La violenza originaria: il racconto biblico di Caino nel nuovo libro di Massimo Recalcati

La violenza originaria: il racconto biblico di Caino nel nuovo libro di Massimo Recalcati

Massimo Recalcati, psicanalista tra i più noti d’Italia, continua la sua serie di saggi di ispirazione biblica; e dopo la pubblicazione di “La notte del Getsemani” che approfondiva il senso dell’abbandono e della solitudine, il suo nuovo libro “Il gesto di Caino” (Einaudi, 91 pagine, 14 Euro) si concentra invece sulla violenza originaria e fratricida. Nel racconto biblico il gesto di Caino, a cui si riferisce il titolo del saggio, è un orrendo omicidio ai danni del fratello Abele. Partendo dal topos delle Scritture Massimo Recalcati accende i riflettori sul tema della violenza senza sconto e senza pietà, un elemento primitivo e caratterizzante della storia dell’umanità; e la narrazione della Genesi sottolinea come sia tra gli elementi fondativi dell’organizzazione umana. Caino, al pari dell’Edipo di Sofocle riletto da Freud, è un figlio maledetto, sprofondato nel vortice del sangue versato e nel dramma della colpa, in quella che sembra incarnare in pieno l’archetipo della tragedia.
Il racconto dell’Antico Testamento pone l’elemento del fratricidio all’inizio di tutte le discendenze. Quello di Caino è un gesto terribile ma allo stesso tempo seminale e universale: la storia umana, sempre secondo la prospettiva freudiana, è una lunga serie di uccisioni fra i popoli. La narrazione del libro sacro di ebrei e cristiani ci dice chiaramente che non sempre il rapporto tra consanguinei si fonda sull’amore, anzi l’odio e la violenza si pongono alla base della storia universale dell’umanità. Una caratteristica propria degli uomini la cui organizzazione sociale fin da tempi remotissimi ha implicato l’inclinazione “umana troppo umana” – per parafrasare di novo Freud – all’uso della forza.
Il logos biblico, come del resto quello psicoanalitico, non indietreggia di fronte allo scandalo della violenza insita nel genere umano, ma anzi ne fa uno dei suoi temi più alti e ricorrenti. Il gesto di Caino inaugura sotto molti aspetti le vicende dell’intero genere umano, all’interno delle quali l’amore, la fiducia, la solidarietà e l’accoglienza dell’altro non sono elementi dati e universali. Riconoscere l’assassinio di Abele per mano del fratello significa più di ogni altra cosa riconoscere il potere del male, l’orrore del negativo, l’esistenza di una pulsione all’aggressione come inclinazione primaria degli uomini. Se infatti, all’interno del mondo animale, la violenza è una conseguenza di un programma istintuale, nell’uomo essa appare soprattutto come la tentazione di liberarsi dal peso della presenza dell’alterità e dell’altro.

Massimiliano Palmesano

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