L’accusa chiede 5 anni e 6 mesi di carcere per l’ex preside dell’Itis “Falco”, Franco Giuliano

L’accusa chiede 5 anni e 6 mesi di carcere per l’ex preside dell’Itis “Falco”, Franco Giuliano

SANTA MARIA CV/PIGNATARO M. – Si avvia alla conclusione il processo di primo grado che vede imputato l’ex preside dell’Itis “Giulio Cesare Falco” di Capua, il professor Francesco Maria Giuliano, accusato di aver mal gestito i fondi della scuola e di aver favorito la ditta di Costantino Palladino, figlio dell’assistente amministrativa dello stesso istituto. Il pm della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, infatti, a conclusione della sua arringa, ha formulato la sua richiesta che è di condanna a 5 anni e 6 mesi dell’ex dirigente scolastico. Al momento si attendono le conclusioni del collegio difensivo formato dagli avvocati Giuseppe Romano e Mario Iodice, i quali stanno cercando di dimostrare l’estraneità dei fatti del loro assistito.

Giuliano, residente a Santa Maria Capua Vetere ma originario di Pignataro Maggiore, era stato arrestato il 14 giugno del 2012, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale sammaritano. L’allora sessantaduenne era stato iscritto nel registro degli indagati insieme alla segretaria della scuola, Luisa Sigismondo, e al figlio di quest’ultima, Costantino Palladino. Il Sostituto procuratore Cozzolino ipotizzò per Giuliano le accuse di abuso d’ufficio, turbativa d’asta, peculato e falso. Secondo l’accusa, infatti, avrebbe favorito la società gestita dal figlio della segretaria della scuola per alcune forniture scolastiche. Inoltre, il preside avrebbe acconsentito a creare una corsia preferenziale nell’assegnazione di supplenze scolastiche nello stesso istituto da lui diretto, dell’altra figlia della Sigismondo. L’inchiesta, che ha beneficiato due anni fa anche di una denuncia anonima,  era partita già nel 2008.

Gli inquirenti in quel caso contestarono anche altri reati del dirigente scolastico relativamente ai fondi destinati ai progetti didattici e ai viaggi di istruzione. Il preside avrebbe gestito – sempre secondo le accuse formulate allora dalla Procura – in maniera censurabile i fondi assegnati per i vari progetti pomeridiani e per i viaggi degli studenti in Italia e all’estero.

Red. cro.

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