L’arresto di Michele Zagaria dà il coraggio ad un imprenditore che denuncia il clan dell’ex latitante

NAPOLI /CASERTA – E’ il 7 dicembre 2011 quando gli agenti della squadra mobile di Caserta mettono finalmente le manette ai polsi del numero uno dei latitanti della camorra casalese, Michele Zagaria, il boss dei boss che sembrava imprendibile da circa 16 anni. Il giorno dopo quell’arresto eccellente degli uomini e delle donne della Mobile casertana diretta da Angelo Morabito un imprenditore casertano si presenta spontaneamente ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia e al coordinatore, procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho “per riferire circostanze relative a delitti di cui era stato vittima, mai fino a quel momento raccontate agli inquirenti”. L’imprenditore, vittima del clan dei casalesi-gruppo Zagaria inizia a raccontare la sua vicenda di imprenditore vittima del racket dell’usura. Da allora sono stati numerosi gli incontri del coraggioso imprenditore con gli inquirenti della Dda e gli investigatori della squadra mobile casertana. L’epilogo della vicenda, successiva a quelle dichiarazioni e’ arrivata all’alba di oggi quando la Mobile casertana ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il tribunale di Napoli su richiesta dei pm antimafia. Tre fratelli, un nipote e un cugino del boss Michele Zagaria, al sicuro in una cella in regime di 41 bis, sono finiti in carcere. L’ordinanza l’hanno ricevuta Pasquale Zagaria, 52 anni, gia’ detenuto per altre ragioni, il fratello Carmine, 44, in carcere per altre indagini e Antonio, 50 anni arrestato nella sua abitazione di Casapesenna. In cella anche Filippo Capaldo, 35 anni, nipote del boss, Ciro Benenati, 47, Francesco Capaldo, 83, Raffaele Capaldo, 51, Nicola Diana, 47 e Pasquale Fontana, 43.

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