PIGNATARO M. – Secondo quanto diffuso dalla sua stessa pagina facebook, l’ex sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, sarebbe stato assolto nell’ambito del processo – se interpretiamo bene dal suo post – conosciuto dall’opinione pubblica locale come della “Discarica d’Oro”. Si tratterebbe del procedimento nato dalle presunte illegalità perpetuate nell’allestimento del sito di stoccaggio dei rifiuti in località “Vicinale Pezzatavolella” (alle spalle della stazione ferroviaria) e che vedeva imputati, insieme con l’ex primo cittadino, l’ex responsabile dell’Ufficio tecnico comunale, Girolamo Parente, l’amministratore unico della Geos Environment, Guido Costanzo, e i responsabili tecnici della stessa società, Antonio Marotta e Giovanni Petrillo. Le accuse erano, a vario titolo, di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art. 479), con l’aggravante del concorso formale (art.81 c.p.) e del concorso nello stesso reato con altri (art.110 c.p.), truffa con l’aggravante di aver ingenerato l’erroneo convincimento di dovere eseguire un ordine dell’Autorità (art. 640 comma 2), e violazione dei comma 3 e 4 del Decreto legislativo numero 152 del 3 aprile 2006 in materia ambientale.
I fatti contestati prenderebbero avvio nel febbraio del 2008, allorché Magliocca ordinò la requisizione di una superficie di cinquemila metri di proprietà della Pemba srl (riconducibile alle società Capys e Itaca), da destinare all’allestimento di un centro di stoccaggio per i rifiuti. Il 21 luglio dello stesso anno, però, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli dispose il sequestro preventivo dell’area, a seguito di un blitz compiuto dai carabinieri del Noe. Secondo la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, infatti, l’ordinanza con cui venne disposta l’acquisizione dell’area – la numero 17 del 7 febbraio 2008 -, non era legittima perché non rispettava gli indirizzi dettati dall’agenzia regionale. L’accusa chiese e ottenne il rinvio a giudizio.
Nella giornata di ieri (11 gennaio 2016), l’ex Consigliere provinciale ha così annunciato la notizia:
“Nel 2008, in piena emergenza rifiuti, per evitare che saltasse la raccolta differenziata, arrivata al 70%, e che l’immondizia rimanesse per le strade della città, decisi di realizzare un sito di trasferenza dove stoccare temporaneamente i maleodoranti sacchetti in attesa della riapertura degli impianti di smaltimento.
Raimondo Cuccaro mi denunciò. Fui accusato di aver costruito un sito non a norma. Dannoso per l’ambiente.
Dopo 8 anni la verità. Il sito era a norma e fu utile non solo per salvare la raccolta differenziata ma anche per evitare danni alla salute dei cittadini.
Così, alle ore 15,15, il Giudice del Tribunale di Smcv, ha sentenziato:”Il fatto non sussiste”.
Sono felice. Ma devo prendere atto che durante le mie due esperienze amministrative alcuni miei avversari non mi hanno contrastato sul piano delle idee e dei programmi. Ma hanno provato a distruggermi sul piano personale e politico attraverso l’arma delle querele e degli esposti (oltre 60. Ne rimangono altre 3 da sistemare).
La giustizia sta dimostrando la correttezza legale del mio operato. I cittadini, gli unici deputati a farlo, giudicheranno il valore del mio impegno politico.
Convinto che mi aiuteranno a spazzare via l’ignominiosa macchinazione di cui sono stato vittima negli anni passati. Macchinazione che tendeva ad un solo obiettivo. Farmi pagare quella che sarcasticamente ho definito “una pena accessoria” se non avessi deciso di ricandidarmi: essere condannato a vita a non impegnarmi più per il mio paese”.
Red. cro.