Il libro di Pino Aprile, “Contro l’oblio” (Marotta&Cafiero, 120 pagine, 14 Euro), propone – come recita il sottotitolo – un “Giorno della Memoria per le vittime meridionali dell’Unità d’Itralia”. 13 febbraio 1861, fine dell’assedio di Gaeta: il generale Cialdini trasforma la vittoria piemontese in una carneficina, vengono così sepolte le voci dei vinti. Da Casalduni a Pontelandolfo, da Auletta a Bronte, eccidi e stragi dimenticate. Pino Aprile lotta appunto per l’istituzione di un Giorno della Memoria delle vittime meridionali dell’Unità d’Italia restituisce un volto a sconfitti, umiliati, conquistati e oppressi. Immagini, dati e grafici accompagnano gli scritti di Pino Aprile, che però racconta anche il Mezzogiorno del XXI secolo: sospeso tra disuguaglianze territoriali e speranze di cambiamento. Ma non ci può essere nazione senza memoria, unità senza riconoscimento dei propri errori.
Scrittore di libri tradotti in diversi Paesi, Pino Aprile con “Terroni”, rilettura non fiabesca dell’Unità d’Italia e della Questione meridionale, nel 2010 ha fatto registrare tirature che non si vedevano da mezzo secolo (centinaia di ristampe). Il successo di “Terroni” e dei successivi volumi ha trasformato l’opera di Pino Aprile in un fenomeno più politico che editoriale, anche se – sottolinea – ha rifiutato seggi ai Parlamenti italiano ed europeo.
E’ un tema scottante: “La riapertura della Questione meridionale per ‘Terroni’ e gli altri libri ha generato un mercato editoriale, con la pubblicazione di centinaia di altri testi. In pochi anni, Pino Aprile ha incontrato centinaia di migliaia di studenti, tenuto migliaia di conferenze. Sono sorti comitati, associazioni, partiti che coinvolgono decine di migliaia di attivisti, in campi diversissimi: dalla revisione storica alla musica, dall’antimafia all’ambientalismo. Il numero dei lettori dei libri di Pino Aprile si calcola a milioni; migliaia gli articoli su tutta la stampa nazionale. Non c’è trasmissione di approfondimento radio e tv (persino quelle cui Pino Aprile ha evitato di partecipare) in cui non se ne sia discusso”.
Red. Cro.