PIGNATARO MAGGIORE – Non è mai tempo perso, per i cronisti locali a Pignataro Maggiore, farsi una passeggiata a Palazzo Scorpio – sede dell’Amministrazione comunale – quando sta per avvicinarsi quella è conosciuta come “l’ora delle carte”, poco prima delle 13: di solito i carabinieri si recano negli uffici per acquisire documenti. “L’ora delle carte”, il 22 luglio 2020, è arrivata puntualmente alle 12,40, quando il giornalista Enzo Palmesano ha scattato la foto che pubblichiamo. Ovviamente non sappiamo quale sia stato questa volta il motivo della visita dei carabinieri – se per un adempimento burocratico o un’esigenza investigativa e su quale tema -, ma la loro presenza (si è visto in particolare il brigadiere Carlo Mingione, della Stazione di Pignataro Maggiore) non è passata inosservata a causa del pesante clima che esiste a Palazzo Scorpio per il “caso Lubrano-Felicità”. Di esponenti politici se ne vedono pochi e in genere non hanno un’espressione molto allegra, sicuramente al pensiero del destino che attende coloro che hanno dato man forte all’intesa – finita sotto i riflettori della Prefettura e della magistratura – tra l’Amministrazione comunale e il “Gruppo sociale La Felicità”, associazione culturale i cui componenti del consiglio direttivo sono tutti o amici o parenti della famiglia Lubrano, quella del defunto capomafia “don” Vincenzo Lubrano, condannato all’ergastolo per l’omicidio Imposimato. La stessa associazione culturale che ha firmato pure due protocolli d’intesa con “Apeiron”, la cooperativa cui sono stati affidati beni confiscati alla camorra a Pignataro Maggiore, famigerata città tristemente conosciuta quale “Svizzera dei clan”.
Quando scatta “l’ora delle carte”, a Palazzo Scorpio imperano la desertificazione politica e la paura. Il sindaco Giorgio Magliocca, commissario provinciale di Forza Italia e presidente della Provincia, è alle corde, un fantasma politico-amministrativo, anche a causa delle bordate dell’assessore alla cultura Rossella Del Vecchio che ha clamorosamente preso le distanze dall’intesa con il lubranesco sodalizio culturale e ha indicato appunto nel sindaco il soggetto che ha avuto l’idea dello scandaloso partenariato per iniziative anticamorra. Incredibilmente Giorgio Magliocca voleva organizzare manifestazioni anti-clan con la collaborazione dell’associazione culturale della famiglia Lubrano. E ancora si ostina a non presentare le dimissioni, nonostante sia stato già costretto ad annunciare che non si ricandiderà alla carica di sindaco alle elezioni amministrative del prossimo anno.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it