SPARANISE – La centrale Turbogas è quella centrale miracolosa che, pochi mesi prima di sorgere sui resti di una necropoli preromana e sopra un fiume sottratto all’agricoltura ma usato per raffreddare i macchinari della struttura, fece apparire come per incanto imprese edili locali che avevano come Amministratore Unico una casalinga di Sparanise e che, contestualmente, riuscì a far sparire circa 500 milioni di euro di subappalti, come si legge nel libro “Il Casalese”, scritto da Massimiliano Amato, Arnaldo Capezzuto, Corrado Castiglione,Giuseppe Crimaldi, Antonio Di Costanzo, Luisa Maradei, Peppe Papa, Ciro Pellegrino e Vincenzo Senatore.
Proprio dalla centrale Turbogas partirebbe (condizionale d’obbligo quando si tratta di spostamenti della forza elettrica) energia per alimentare le pompe della centrale di Presenzano e per portare l’acqua fin sopra il bacino idroelettrico della struttura.
In pratica, a Sparanise hanno una centrale che, in parte, produrrebbe energia per alimentare un’altra centrale che dista pochissimi chilometri. Tutto questo era ed è previsto nel piano energetico siglato anche dalla Regione.
Ma non si esauriscono in poche battute le ultime incongruenze della Turbogas costruita sui terreni di Giovanni Cosentino, fratello di Nicola Cosentino ex sottosegretario, dalla General Construction di Alfonso Gallo, amministratore generale della società e divenuto qualche anno fa importante testimone d’inchiesta sulla loggia massonica P4 di Bisignani e Papa, nonché promotore principale della “Fondazione Italiani Europei” di Massimo D’Alema insieme a Vincenzo Morchini.
La centrale di Sparanise sarebbe, fino a prova contraria, una di quelle che servono alla provincia di Caserta quanto una forchetta serve a una tazza di brodo: oltre all’approvvigionamento del bacino di Presenzano, ci sarebbe poi una pomeridiana trasmissione di energia verso l’area centrosettentrionale di Napoli.
Quindi, nonostante il potenziamento dei gangli energetici di Orta di Atella e di Teverola, oltre al cosiddetto repowering di Napoli Levante, per Caserta e per l’Agro Caleno non ci sarebbe energia.
Anzi, nel piano energetico della Regione si parla chiaramente di una centrale da realizzare a Marcianise perché, in mancanza d’altro, non ci saranno potenziamenti significativi per la provincia.
Insomma, la Turbogas di Sparanise può mandare energia a tutti, persino a un’altra centrale che data soli 15 chilometri, ma non alla provincia che paga lo scotto di un pesantissimo impatto ambientale per la presenza dell’ecomostro marchiato a fuoco Cosentino& Amici di D’Alema.
Quando è stata realizzata la Turbogas di Sparanise, stando alle direttive esposte nel Piano Regionale, si sarebbero dovuti realizzare innesti sulla linea elettrica fuori terra “Santa Maria Capua Vetere- Garigliano” e sarebbero stati innalzati circa 20 nuovi tralicci con un prolungamenti di rete pari a 6,8 chilometri di nuovi cavi.
Il paradosso è tutto nella media dei black-out dei centri abitati sulla nuova linea costruita per il funzionamento della Turbogas di Sparanise: stando alle notizie diffuse dai cittadini, si passa dai 6 degli anni precedenti la costruzione del nuovo elettrodotto, agli 8/9 degli anni successivi.
Anche Presenzano entra di diritto nel carniere delle stranezze energetiche.
Al piccolo centro dell’Alto Casertano non basta una centrale idroelettrica esistente, nonostante sia una delle più grandi d’Europa con una potenza di 1000 megawatt, anche se non riesce a funzionare in maniera autonoma se non riceve energia dalla Turbogas di Sparanise.
E allora, cosa si può fare per non chiedere corrente alla struttura sparanisana ?
Semplice: realizzare poco distante dalla centrale idroelettrica una seconda centrale, gemella di quella costruita sui terreni dei Cosentino. A chi sono stati affidati i lavori? Ma alla General Construction di Alfonso Gallo. Naturalmente.
Salvatore Minieri