“Magistropoli” di Antonio Massari, un libro-verità sul CSM e sul “caso Palamara”

“Magistropoli” di Antonio Massari, un libro-verità sul CSM e sul “caso Palamara”

Il libro di Antonio Massari, “Magistropoli” (PaperFIRST  by “il Fatto Quotidiano”, 542 pagine, 18 Euro), ha l’ambizione di far sapere ai lettori “tutto quello che non vi hanno mai raccontato sul CSM e sul caso Palamara”; la prefazione è di Antonio Padellaro, il volume viene pubblicato nella collana diretta da Marco Lillo. Giornalista di inchiesta del “Fatto Quotidiano”, Antonio Massari ha scritto per la “Gazzetta del Mezzogiorno”, “la Repubblica Bari”, “Diario della settimana”, “l’Unità”, “il Manifesto”, “la Stampa”, “Micromega”, “l’Espresso”. Tra i suoi libri, “Il caso De Magistris” e “Clementina Forleo, un giudice contro” per Aliberti editore e “La colata”, con Ferruccio Sansa, Marco Preve, Giuseppe Salvaggiulo e Andrea Garibaldi, per Chiarelettere.
Nell’incredibile “Diario” di Palamara – che Antonio Massari ricostruisce ricomponendo il gigantesco puzzle dei verbali, delle intercettazioni, degli atti giudiziari incrociandoli con un’altrettanta puntuale, certosina verifica delle fonti e delle dichiarazioni attraverso centinaia di interviste – c’è il naufragio progressivo e inarrestabile di un mondo, oltre che di un uomo (l’autore di “Magistropoli” la definisce “slavina”). Assistiamo alla deriva di un sistema nevralgico nell’assetto costituzionale, di un’istituzione fondamentale, di un’idea di giustizia che Antonio Massari osserva e analizza con la necessaria distanza. Senza i compiacimenti – sottolinea Antonio Padellaro nella prefazione – di quel giornalismo che si arroga preventivamente il diritto di pontificare su chi meriti l’inferno e chi il paradiso. Antonio Massari non giudica, non sentenzia ma vuole “capire”, approfondire, per meglio guidarci nei corridoi e nelle segrete del castello, là dove agisce il potere nascosto, e vanno in scena l’umana e la disumana commedia. Per meglio comprendere vuole vedere, sentire, conoscere (non perdetevi il racconto di lui e Palamara, una sera davanti a una pizza, soltanto loro due che si scrutano, che si parlano, come in una tregua armata). Infine, ci siamo noi che leggiamo sgomenti. Noi lettori, noi cittadini, noi persone. Naturalmente intimiditi dalla severa solennità dell’istituzione, sempre timorosi nell’accostarci a quelle aule cupe, in quei palazzi marmorei dove uomini paludati sono chiamati a decidere sul destino di altri uomini.
Tutto comincia il 30 maggio 2019. Alle sette del mattino i finanzieri si presentano a casa di Luca Palamara con un decreto di perquisizione. È l’inizio di un terremoto che di lì a poco squasserà la magistratura italiana dalle fondamenta. Perché Luca Palamara non è un magistrato qualunque: ex presidente dell’Anm, membro di spicco del CSM, in quel momento si sta ritagliando un futuro da Procuratore aggiunto di Roma. Ma non è tutto. Palamara è il “mister Wolf” della magistratura. È a lui che si rivolgono i colleghi che cercano di ottenere un trasferimento o uno scatto di carriera, è a lui che chiedono consigli ed è lui che cercano per appianare dissidi. Sempre disponibile, sempre pronto ad ascoltare ciò che gli altri hanno da dire. Ma ben attento a costruire la sua personalissima strategia, volta a egemonizzare la magistratura con uomini e donne a lui fedeli. Il suo telefono squilla giorno e notte. Ed è proprio il telefono a tradirlo: dopo avergli inoculato un trojan, i finanzieri assistono in diretta allo spettacolo del potere, dove magistratura e politica si intrecciano pericolosamente. In questo libro viene raccontato tutto nel dettaglio.

Red. Cro.

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