Martedì 26 novembre: Biagio Izzo in “Tartassati dalle tasse” di Eduardo Tartaglia inaugurerà la stagione teatrale 2019/2020 del Teatro Ricciardi di Capua

Martedì 26 novembre: Biagio Izzo in “Tartassati dalle tasse” di Eduardo Tartaglia inaugurerà la stagione teatrale 2019/2020 del Teatro Ricciardi di Capua

CAPUA –

Martedì 26 novembre 2019, ore 20.45

Teatro Ricciardi di Capua

Inaugurazione stagione teatrale 2019/2020

Info 0823963874

AG Spettacoli e Tradizione e Turismo

presentano

Biagio Izzo

in

Tartassati dalle tasse

una commedia scritta e diretta da Eduardo Tartaglia

con

Mario Porfito, Magdalena Grochowska,

Arduino Speranza, Roberto Giordano, Adele Vitale

scene Luigi Ferrigno, costumi Marianna Carbone

musiche Antonio Caruso, disegno luci Francesco Adinolfi

produzione esecutiva Giacomo Monda

Giulio Andreotti soleva dire che l’Umiltà, che di per sé costituisce una grande virtù, si trasforma in una vera iattura quando gli Italiani la praticano in occasione della loro dichiarazione dei debiti. “Io le tasse le pagherei. Ed anche volentieri! Se solo però poi le cose funzionassero veramente!…”

Quante volte abbiamo ascoltato simili confidenze? E quante volte anche la nostra coscienza di pur buoni ed onesti cittadini ha segretamente partorito concetti del genere?… Il problema, però, è che se poi davvero ragionassimo tutti quanti sempre così, come e perché mai le cose potrebbero veramente funzionare?

Sarà costretto improvvisamente a domandarselo anche Innocenzo Tarallo, 54 anni ben portati, napoletano, imprenditore nel settore della ristorazione: il classico “self made man”, che da nipote e figlio di baccalaiuolo si ritrova ora proprietario orgoglioso di un ristorante internazionale di sushi all’ultima moda.

E che dopo tanti sacrifici avrebbe voluto ora godersi anche un po’ la vita; magari anche grazie a qualche piccola “furbizia” di contribuente. E che si ritroverà invece in balia di mille peripezie e problemi.

E soprattutto costretto a risolvere il quesito che angustia la stragrande maggioranza di noi: come è possibile che due parole che da sole evocano così tanta bellezza: “Equità” e “Italia”, quando si uniscono si contraggono dolorosamente come chi è in preda alla più dolorosa delle coliche addominali?

C.S.

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