NAPOLI – Volge al termine la stagione teatrale 2014/2015 del Teatro Nuovo di Napoli, che ospiterà, martedì 28 aprile 2015 alle ore 21.00 (in replica mercoledì 29), nell’ambito della rassegna Fuori Scena, Hamlet Travestie di Emanuele Valenti e Gianni Vastarella, spettacolo candidato al Premio Histryo 2014/2015, con la regia e lo spazio scenico a cura di Emanuele Valenti.
Presentato da Punta Corsara/369gradi in collaborazione con Teatro Franco Parenti e con il sostegno di Armunia /Inequilibrio Festival, Fuori Luogo – La Spezia, Olinda, l’allestimento è una riscrittura della vicenda del principe di Danimarca del tutto originale. Pescando nella tradizione più classica del teatro partenopeo, la farsa di Antonio Petito, ma anche in una meno conosciuta riscrittura parodistica settecentesca del capolavoro shakespeariano, Hamlet Travestie ripropone la tragedia del dubbio, vestita con gli abiti eccentrici della Napoli contemporanea.
Sul palcoscenico Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Carmine Paternoster, Valeria Pollice, Emanuele Valenti e Gianni Vastarella sono la famiglia Barilotto, i membri della spassosa famiglia partenopea, che decidono di vestire i panni dei personaggi dell’Amleto, intessendo una tragicomica commedia modello “Truman Show”, con l’obiettivo di sollevare il morale al giovane Amleto Barilotto, sprofondato in una crisi esistenziale.
I drammi umani della tragedia classica si mescolano alla più tragica contemporaneità, fatta di paure, strozzini e omertà, narrata con la tipica schiettezza e autoironia partenopee, per interrogarsi sulle contraddizioni dei rapporti familiari e sulla condizione di sospensione e precario equilibrio delle giovani generazioni.
Amleto, quello classico quanto quello contemporaneo, non riesce a distinguere la verità, ed è questa impossibilità di decifrare la realtà a renderlo folle, in una lotta interiore che, nel suo alter ego napoletano, subisce le pressioni esterne dei vincoli familiari e affettivi. Così, Amleto Barilotto si rifugia nell’universo del suo omonimo danese, percependo la fatalità di questa omonimia come una predestinazione.
Il racconto ha i colori della farsa, e lo scontro tra due generi tanto differenti genera scintille di spontanea comicità: così l’immortale “to be or not to be” diventa “io nun saccio manco si song’ o non song’”, e la lingua napoletana aggiunge una nuova declinazione all’adagio shakespeariano con la sua carica naturale di ironica tragicità.
La messinscena di Hamlet Travestie si avvale del disegno luci a cura di Giuseppe Di Lorenzo, della collaborazione artistica di Mirko Calemme e dell’apporto della dramaturg Marina Dammacco.
C.S.