Il romanzo di Gian Luca Campagna, “Mediterraneo nero” (Mursia, 286 pagine, 17 Euro), mette molta carne sul fuoco degli appassionati della letteratura di genere “noir”: un ingegnere scomparso, navi dei veleni affondate nel Mare Nostrum, una killer sentimentale e un giornalista troppo curioso. Il tutto spruzzato dalla seguente lezione di vita e di giornalismo: “Quando tutti mentono, dire la verità non è solo un atto di ribellione, diventa un’azione terroristica. Se lo ricordi”. Ma anche da altre riflessioni, per esempio: “Dio creò il Mediterraneo. Poi, per punirlo, creò l’uomo”; parole sante, alla luce dei fatti.
La trama di “Mediterraneo nero” (in linea con quanto ci si attende dalla collana “Giungla Gialla”, diretta da Fabrizio Carcano): indolente e sognatore, Francesco Cuccovillo è fuggito da Bari per abbracciare la carriera di giornalista a Roma. A distanza di vent’anni, gli amici d’infanzia gli chiedono di consegnare una misteriosa lattina sigillata a un ingegnere lombardo, specializzato durante gli anni Ottanta e Novanta negli autoaffondamenti di navi stipate di rifiuti tossici lungo le coste italiane e somale. Francesco darà la caccia a questo fantomatico ingegnere inseguendo l’ultimo viaggio del cargo “Quadrifoglio Rosso”, lungo le rotte del Mediterraneo. La sua ricerca si incrocia con le vicende disperate della rivoluzionaria còrsa Marie e del clandestino tunisino Khaled. Stretto nel suo caban, con un Garibaldi tra le labbra, fischiettando “Oblivion” di Astor Piazzolla, tra magistrati corrotti, fidanzate petulanti, criminali pentiti, lap dancer romantiche, politici ambigui e ambientalisti disillusi, nel nome della giustizia e del perdono, Francesco scoprirà quanto è sottile il confine tra verità e menzogna.
Gian Luca Campagna (Latina, 1970) è giornalista e comunicatore d’azienda. Ha scritto i romanzi “Molto prima del calcio di rigore” (2014), “Finis terrae” (2016), “Il profumo dell’ultimo tango” (2017), “L’estate del mirto selvatico” (2019) e “La scelta della pecora nera” (2020). Ha creato la figura del detective italoargentino José Cavalcanti, anarcolibertino, nichilista e politicamente scorretto.
Segnaliamo ai nostri affezionati lettori che lo scrittore Gian Luca Campagna nutre grande stima per i giornalisti d’inchiesta, come si evince dalla nota finale relativa ai “ringraziamenti”. Vi è un riferimento, tra gli altri, a “Graziella Di Mambro, giornalista, perché racconta la cronaca con una capacità narrativa che non ha uguali, regalando ispirazioni, spunti e riflessioni”.
Red. Cro.