NAPOLI – Avere la chiara percezione di vivere un momento storico è raro, ma accade. Nei tempi recenti, uno di questi eventi appartenente alla Storia, ma partecipato da tutti, è stato il crollo del Muro di Berlino. Proprio il crollo del Muro e le conseguenze dell’avvenimento, fanno da sfondo a Enigma di Stefano Massini, con Ottavia Piccolo e Silvano Piccardi, che ne firma anche la regia, in scena, da mercoledì 22 febbraio 2017 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 26), al Teatro Nuovo di Napoli.
La chiave di lettura di Enigma, presentato da Arca Azzurra Teatro e dalla stessa Ottavia Piccolo, è già nel sottotitolo “niente significa mai una cosa sola”. Pochi sono gli elementi certi: la vicenda è ambientata a Berlino vent’anni dopo la caduta del Muro, in una casa piccola e poco curata. L’avvenimento coglie d’improvviso vite, esperienze, certezze, lutti, utopie, che si frammentano e mischiano.
Fin dalle dichiarazioni d’intenti espresse dai protagonisti, la messa in scena si presenta come una partita a due, in cui l’unica certezza è il sapere che “almeno uno dei due personaggi sta mentendo”.
L’unificazione ha portato alla luce l’esasperazione della diversità, e ora niente è più uguale a niente, e nessuno è uguale a nessuno. L’eco della vita precedente testimonia quanto sia opprimente la memoria di una follia durata decenni, un’insania che pretendeva di omologare i diversi, di controllarli e di renderli tutti uguali.
I protagonisti, Ingrid e Jacob, appaiono due estranei, incontratisi a causa di un malaugurato incidente, in cui l’automobile di lui ha travolto la bicicletta di lei. Scena dopo scena, invece, si accentua l’atmosfera di dubbio, soprattutto sull’attendibilità del loro passato. Entrambi falsificano la loro identità e, mentre descrivono vite immaginarie, si studiano e si sfidano.
“Quanto accade tra i due personaggi – sottolinea il regista – ogni elemento reale, ogni dato di conoscenza, si rivela poi altro da ciò che pareva essere, in un crescendo di suspense. Decifrare di volta in volta il senso della vicenda è la sfida che pone lo spettacolo allo spettatore. La posta in gioco non è solo la possibilità di sbrogliare i tanti piccoli enigmi delle due vite che s’intrecciano, si scontrano e si confrontano sul palcoscenico, ma quello di penetrare il più grande degli enigmi, quello della Storia stessa”.
Le menzogne si sbriciolano pezzo dopo pezzo, così come accaduto al muro. L’enigma più incisivo riguarda una sorta d’inversione di ruolo tra persecutore e perseguitato.
Le trame del passato confermano la certezza che la storia è incisa nella carne degli esseri umani, è segnata dalla sofferenza e dall’omologazione entro lo schema di un’assurda “normalità”.
C.S.