PIGNATARO M. – Sono ore di imbarazzo per la maggioranza consiliare di Pignataro Maggiore dopo che, questa mattina (16 luglio), i carabinieri della stazione e della compagnia di Maddaloni hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari ai danni di Francesco D’Alonzo e Angelo Calabrò, rispettivamente padre e marito del consigliere comunale di maggioranza Rosanna D’Alonzo. L’inchiesta, infatti, pur non avendo coinvolto la delegata alle politiche giovanili o il Comune di Pignataro Maggiore (le indagini della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vedere riguardano la società C.S.I. e si concentrano su Maddaloni), avrebbe creato qualche disagio considerando la posizione dei D’Alonzo (padre e figlia) nello scacchiere politico-amministrativo creato dal gruppo di “Ricoloriamo Pignataro”.
Rosanna D’Alonzo, con le sue 224 preferenze, ha contribuito alla terza affermazione del sindaco Giorgio Magliocca alle ultime elezioni amministrative di Pignataro Maggiore. Ma più che il supporto fornito dalla giovane esponente consiliare, da anni risulta importante l’apporto, nel bene e nel male, di Franco D’Alonzo alle Amministrazioni Magliocca. L’ex vice presidente del Consiglio comunale di Pignataro Maggiore, infatti, ha contribuito direttamente (nel 2002 e nel 2006) e indirettamente (nel 2016) alla raccolta del consenso dell’attuale Presidente della Provincia di Caserta nelle sue esperienze da primo cittadino pignatarese. Parallelamente, però, ha creato vari imbarazzi per le sue disavventure giudiziarie. Va ricordato, difatti, che il più volte consigliere comunale era già finito per ben due volte agli arresti domiciliari nelle inchieste denominate “Biopower 1” e “Biopower 2”.
Da qualche anno, tuttavia, gli interessi imprenditoriali di D’Alonzo si erano spostati lontano da Pignataro Maggiore: in Abruzzo, in Sicilia e a Maddaloni. In questo ultimo caso, già nel 2016, i carabinieri della Stazione di Maddaloni – nell’ambito dell’inchiesta che oggi ha portato D’Alonzo ai domiciliari – avevano notificato una informazione di garanzia i danni dia Calabrò e, contestualmente, avevano eseguito un decreto di perquisizione riguardante gli uffici della sede maddalonese della società all’epoca guidata dal marito di Rosanna D’Alonzo. (leggi anche qui).
Al di là dell’imbarazzo, si attende qualche reazione dell’Amministrazione comunale in merito a una vicenda che, se non altro, ha coinvolto persone vicine a un membro della maggioranza.
Red. cro.