PIGNATARO MAGGIORE – Sempre più forte la rabbia all’interno delle sbandate truppe magliocchiane contro il presidente del Consiglio comunale, Cesare Cuccaro, l’esponente della maggioranza uscente che si è reso “colpevole” di non aver difeso il liquidatore della municipalizzata per la raccolta dei rifiuti, Pietro Ricciardi, da un durissimo attacco della consigliera comunale di minoranza Maria Bonacci. Secondo quanto si sente dire nel mondo politico locale, in altri momenti – quando il sindaco Giorgio Magliocca comandava su tutto e tutti e sembrava intramontabile – Cesare Cuccaro l’avrebbe pagata molto cara, ma ora i magliocchiani non sono certo nelle condizioni per consumare vendette politiche nei confronti di chicchessia. Anzi, si sottolinea che in un’altra stagione amministrativa il presidente del Consiglio comunale non avrebbe neanche osato immaginare di poter assistere inerte allo sbandamento del magliocchiano d’acciaio Pietro Ricciardi senza correre in suo aiuto; ma ora che Giorgio Magliocca è alle corde per il “caso Lubrano-Felicità”, Cesare Cuccaro – sicuro di non poter temere alcuna ritorsione politica – avrebbe colto l’occasione per regolare i conti anche per qualche vecchia questione che lo avevano visto – sordamente, ma pesantemente – soccombere allo strapotere magliocchiano.
L’occasione, come è noto, si è presentata con la riunione della Commissione di vigilanza e controllo sulla municipalizzata “Pignataro patrimonio srl in liquidazione”, quando Pietro Ricciardi è stato messo in grande difficoltà sui delicatissimi temi del piano industriale (che non esiste) e delle assunzioni (che ovviamente esistono) dalle critiche della consigliera Maria Bonacci, che subito dopo si è dimessa dalla carica di presidente della stessa Commissione. Maria Bonacci, inoltre, ha inviato un esposto contro la gestione di Pietro Ricciardi all’indirizzo della competente Procura della Corte dei conti e all’Autorità nazionale anticorruzione. L’attacco di Maria Bonacci – forte delle competenze tecniche della sua professione di dottore commercialista – è stato molto efficace; Pietro Ricciardi è rimasto solo, inerme, in balia delle domande molto imbarazzanti della consigliera comunale di minoranza, domande incalzanti fatte proprie incredibilmente pure dall’esponente della maggioranza Cesare Cuccaro.
Adesso a Pignataro Maggiore ci si chiede che cosa potrà succedere, politicamente parlando, a Cesare Cuccaro. A giudizio degli osservatori, non succederà un bel nulla per almeno due buoni motivi. Il primo motivo è il terrore che sta attanagliando i magliocchiani per il “caso Lubrano-Felicità”: si attendono in merito le decisioni della prefettura e della magistratura e Giorgio Magliocca e i suoi hanno ben altre preoccupazioni che non lo sgambetto di Cesare Cuccaro ai danni di Pietro Ricciardi. Secondo motivo, legato alle ambizioni di candidatura a sindaco di Cesare Cuccaro alle elezioni amministrative del prossimo anno, aspirazione rafforzatasi nell’animo del presidente del Consiglio comunale dopo che Giorgio Magliocca – a seguito dell’esplosione del “caso Lubrano-Felicità” – è stato costretto ad annunciare che non sarà più in campo. I magliocchiani non possono ora vendicarsi bocciando le aspirazioni di candidato a sindaco di Cesare Cuccaro per il semplice motivo che comunque mai e poi mai lo avrebbero appoggiato, con o senza le vicende che hanno messo in difficoltà Pietro Ricciardi. Insomma, quella dei magliocchiani contro Cesare Cuccaro è una rabbia impotente, mentre la paura per il “caso Lubrano-Felicità” ha trasformato Palazzo Scorpio (sede dell’Amministrazione comunale) in un deserto.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it