Il romanzo di Enrico Vanzina, “Una giornata di nebbia a Milano” (HarperCollins, 208 pagine, 18 Euro), ci conferma – una volta di più, che “mica è facile trovare sempre un colpevole. Forse è per questo che in natura esiste la nebbia, per allontanarci dalla verità, per dissimularla, per ridurre le immagini a impressioni, a vedie non vedi”.
La trama: è una giornata di nebbia a Milano, una di quelle che sembravano non esistere più, come se fosse uscita da un romanzo di un altro tempo, da una ballata di giorni lontani. Luca Restelli sta andando al giornale per cui lavora, alle pagine di “cultura”, quelle che non considera nessuno. Non ha ancora quarant’anni, e anche i suoi gusti sono “passati”, come la nebbia di quella mattina: vive di riferimenti letterari e cinematografici, tra insicurezze e un po’ di superbo disprezzo per il mondo indolente e arrivista che lo circonda. All’improvviso arriva una notizia, un omicidio in Corso Vercelli, un uomo è stato ucciso nella nebbia con un colpo di pistola, è stata arrestata una donna. La redazione tace sonnolenta, Restelli si fa avanti, la cronaca nera gli è sempre piaciuta. Il servizio è suo. Ma resta di sasso quando scopre il nome della vittima. Giovanni Restelli. Suo padre. Nascerà un’indagine, in cui Luca deciderà di muoversi parallelamente alle forze dell’ordine per scoprire chi ha ucciso il genitore. Per farlo chiederà aiuto a Giorgio Finnekens, geniale scrittore che passa la vita tra libri, fidanzate e qualche bicchiere di troppo.
L’autore, Enrico Vanzina, figlio del grande regista Steno, uno dei fondatori della commedia italiana, vive nel mondo del cinema sin da quanto è nato. Nel 1976 ha iniziato a scrivere sceneggiature e da allora ha collaborato con i maggiori esponenti del cinema italiano; nel corso degli ultimi quarant’anni ha firmato, insieme al fratello Carlo, alcuni dei più ricchi successi al botteghino. Dopo aver messo in scena la “Città Eterna” nel suo “La sera a Roma”, Enrico Vanzina racconta l’altra capitale italiana. “Una giornata di nebbia a Milano” è un romanzo capace di alternare ironia e suspense, di caratterizzare luoghi e persone con poche parole, di mettere in scena personaggi credibili, a partire dalla coppia di protagonisti. Un libro in cui, partendo dalla cornice, perfettamente eseguita, del “giallo”, Enrico Vanzina conferma la sua vocazione di scrittore.
Red. Cro.