Sharon Stone, nel libro “Il Bello di Vivere Due Volte” (Rizzoli, 276 pagine, 18 Euro, traduzione di Daniela Marina Rossi), racconta la propria storia: un cammino di rinascita, ostinato e pieno d’amore. Nel 2001 Sharon Stone, una delle attrici più famose al mondo, fu colpita da un grave ictus cerebrale che – oltre alla salute – le distrusse carriera, famiglia, patrimonio finanziario e notorietà internazionale. In questo libro ripercorre la strada aspra e faticosa che ha dovuto affrontare per ricostruire la propria vita e per recuperare a poco a poco salute fisica e serenità. In un settore in cui non sono ammesse crisi né debolezze, in un mondo dove troppe persone sono costrette al silenzio, lei ha trovato la forza di tornare, il coraggio di far risentire la propria voce e la voglia di lasciare un segno per i diritti e il benessere di ogni essere umano sul pianeta.
In queste pagine intime, autentiche e trasparenti come una chiacchierata con un amico, Sharon Stone riferisce come ha interpretato i suoi ruoli più importanti, le amicizie che le hanno cambiato la vita, i peggiori fallimenti e i più grandi successi; allo stesso tempo svela come, dopo un’infanzia segnata da traumi e violenza, sia approdata a una carriera di successo in un ambiente in cui gli stessi soprusi venivano perpetrati in forma diversa e nascosti dietro il paravento del denaro e del fascino. Da ultimo mostra come solo i figli e le sue iniziative umanitarie le abbiano dato la forza di intraprendere un percorso nuovo che le ha permesso di riconciliarsi con la famiglia e tornare a coltivare l’amore. “Il Bello di Vivere Due Volte” è un libro per chi si sente ferito e per chi si reputa un sopravvissuto; e dimostra che non è mai troppo tardi per alzare la voce e farsi sentire.
Sharon Stone parla tra l’altro di una sua zia che aveva sposato un italiano. “Sul suo lato del bosco – scrive l’attrice – mia zia si era costruita una grande casa moderna, dove viveva con il marito italiano e la figlia. Mia zia era stata molto corteggiata. Uno dei suoi spasimanti senza speranza era atterrato in elicottero nel giardino di mia nonna per chiederle il permesso di uscire con zia Vonne. Tutti si domandavano chi sarebbe riuscito a addomesticare quella donna felina e selvaggia, e nessuno pensava che quell’italiano basso e rotondetto l’avrebbe spuntata. Ma era un tipo davvero speciale e lei cadde tra le sue braccia come una pera matura, come si suol dire. Quando lui morì, lei mi disse tra le lacrime: ‘Sai una cosa? Mi sono sempre dimenticata di tradire George’. Ridemmo con tenerezza e grande affetto per lui. Lo aveva amato profondamente ed era riuscito davvero a conquistarla. Da lei ho preso il mio secondo nome, Vonne, e per molti aspetti è stata come una madre per me”. L’Italia fa capolino pure in un altro passo del libro. “Anni fa – ricorda Sharon Stone – ho girato un film in Italia. Il regista mi disse di fare una cosa e io gli risposi: ‘Le donne non fanno più queste cose’. Lui replicò: ‘E perché?’, e io risposi: ‘Perché rispettiamo noi stesse’. L’unica cosa che seppe dirmi fu: ‘Allora la prossima volta trovati una madre che ti ama’. Non mi sono scandalizzata. A quel tempo credevo davvero che mia madre non mi amasse”.
Red- Cro.