CAPUA – Quando il sistema collassa, va in tilt un po’ tutto, ma a rimetterci sono sempre i lavoratori. È questa la triste realtà di quel romanzo infinito che riguarda la scellerata gestione del ciclo dei rifiuti in Campania, la quale, oltre a mietere ogni giorno tante vittime per patologie di vario genere, continua a creare problemi a un meccanismo che non riesce proprio a funzionare. Quello della raccolta dei rifiuti, oltre a non riuscire sempre a far scomparire la spazzatura dalle strade dei comuni, in alcuni casi, non riesce a garantire nemmeno lo stipendio agli operai che effettuano il servizio. È il caso di Capua, la città dove una cordata politica che parte dal Presidente della Provincia Mimì Zinzi e arriva al sindaco Carmine Antropoli, vorrebbe incenerire i rifiuti in un gassificatore, ma che da vari anni non riesce nemmeno a trovare una società che riesca a garantire l’espletamento del servizio e il puntuale pagamento degli operatori ecologici. Proprio su quest’ultimo fronte, si sta consumando l’ultima tragica vicenda che rischia di danneggiare i lavoratori.
Come denunciato anche dai sindacati, i lavoratori impegnati sul cantiere di Capua, ricevono a singhiozzo gli emolumenti, circostanza che li ha costretti più volte a manifestare e che mercoledì prossimo li spingerà ad allestire un sit in davanti alla Prefettura di Caserta. Tra questi ci sono persone arrivate alla disperazione, che non possono nemmeno più sostentare la propria famiglia. È il caso di uno degli undici lavoratori che la società Rent – Line srl (questo il nome della ditta che gestisce il servizio a Capua), nel passaggio di cantiere, aveva licenziato e successivamente il Giudice del Lavoro ne ha ordinato il reintegro. Non percepisce lo stipendio da quattro mesi, ma deve versare il mantenimento alla moglie e ai due figli. Non avendo soldi, non ha versato quanto dovuto ai familiari. Per questo ha ricevuto un atto di pignoramento dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
La Cisl, in particolare, ha riferito che il diretto interessato ha minacciato di depositare le sue dimissioni all’azienda, nel caso in cui la stessa continui a non pagarlo. Secondo il sindacato, non sarebbe l’unico in condizioni disperate. Sarebbero giunte voci secondo le quali altri dipendenti sarebbero ricorsi a “prestasoldi improvvisati”, per far fronte alle spese mensili e per mettere il piatto a tavola.
Red. cro.