Nella giungla dei social e della fama: Fabio Ciciotti, il guru dei social, racconta il suo punto di vista

Nella giungla dei social e della fama: Fabio Ciciotti, il guru dei social, racconta il suo punto di vista

In un mondo sempre più dominato dai social media, abbiamo avuto il privilegio di intervistare Fabio Ciciotti, un pioniere nel settore, per comprendere meglio la sua visione sulla cultura della fama e l’uso dei social network nel 2024. Con oltre due decenni di esperienza, Fabio ha visto l’evoluzione dei social media da Myspace, la piattaforma con cui tutto è iniziato, fino ai giganti di oggi come Instagram e TikTok.

Fabio, come hai iniziato la tua carriera nel mondo dei social media?

“Ahimè, sono 24 anni che vivo della mia immagine. Sono stato il primo in Europa ad avere un profilo su Myspace. La mia generazione è quella che ha visto l’arrivo dell’informatica; siamo cresciuti a pane, prosciutto e biciclette! Continuo a vivere della mia immagine, ma nell’ultimo anno c’è stato un cambiamento drammatico nell’uso dei social e nella percezione della popolarità.”

Oggi sembra che tutti vogliano essere famosi, indipendentemente dall’età. Quanto pensi che questo fenomeno stia influenzando la nostra società?

“Tutti sono attaccati a un dispositivo tecnologico, che si tratti di console di gioco, smartphone o PC. Ma quanto tutto questo sta facendo bene alla società? Ogni giorno vengono postati miliardi di contenuti video in tutto il mondo. Ma i giovani di oggi sanno ancora scrivere a mano? Recentemente, durante un evento culturale in una scuola, la preside mi ha raccontato delle difficoltà che gli studenti hanno nella concentrazione e nella lettura; spesso sbagliano la compilazione dei compiti perché non leggono le istruzioni. La nuova generazione è abituata ad apprendere informazioni in massimo 30 secondi da un video, che può essere o meno accurato.”

Molte aziende stanno investendo gran parte del loro budget di marketing nei social media. Qual è la tua opinione su questo?

“Mi pongo una domanda: e se un giorno i social venissero chiusi? Cosa accadrebbe? Ho posto questa domanda agli studenti di marketing universitari e non hanno saputo rispondere. I nostri canali social non sono veramente nostri; questo è un presupposto fondamentale da comprendere. La mancanza di studio e una popolarità spesso superficiale sono problematiche rilevanti. Anche la musica di oggi viene giudicata in base alla viralità del video, piuttosto che alla qualità artistica.”

Hai menzionato che TikTok potrebbe essere chiuso in Europa. Come pensi che questo influenzerà gli utenti?

“Quante persone hanno appreso questa notizia! Sarebbe interessante poter tornare a una comunicazione più sana, attraverso TV e riviste. Un altro aspetto critico è la patologia del postare continuamente contenuti sui social: la FOMO, ossia una forma di ansia sociale. La necessità di controllare costantemente le vite degli altri porta spesso a problematiche come l’insicurezza, l’insoddisfazione e la solitudine. Questo perché si confronta sempre la propria vita con quella degli altri.”

Che consiglio daresti a chi è ossessionato dai social media?

“I social danno solo l’illusione di compagnia. In realtà, monitorare le attività altrui sui social e vedere le loro foto di viaggi ed eventi può far cadere in uno stato di solitudine e depressione ancora maggiore. Non si considera che la realtà è diversa da ciò che viene mostrato sui social network: le foto sono costruite, filtrate, mascherate per mostrare solo il lato positivo. Per questo motivo, molti promuovono la JOMO ossia la gioia di poter essere “tagliati” al di fuori del mondo social. Questa filosofia di vita permette di stare meglio e di non dover temere di essere a tutti i costa costantemente sui social, insomma perdersi qualche aggiornamento sulla vita dei propri amici, non è la fine del mondo”.

Qual è il tuo messaggio finale per i giovani e per coloro che vedono i social come una professione?

“Non sono contrario all’uso dei social, ma in molti profili noto una FOMO diffusa. Postare continuamente non serve a nulla, anzi, rovina il tasso di interazione del profilo e abbassa la visibilità nell’algoritmo. Mi rivolgo soprattutto ai giovani e a chi fa del gaming una professione: non chiudetevi in casa e cercate un aiuto concreto da un terapeuta.”

Fabio Ciciotti ci offre uno sguardo critico ma costruttivo sull’uso dei social media, invitandoci a riflettere sulle nostre abitudini digitali e a trovare un equilibrio tra la vita online e quella reale. La sua esperienza e il suo punto di vista sono un prezioso contributo per comprendere meglio il complesso mondo dei social network.

Comunicato Stampa

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