CALVI R./SPARANISE – Quella appena trascorsa è stata una notte di forte preoccupazione per i cittadini dell’Agro caleno. La nube venuta fuori dall’incendio che si è propagato ieri mattina (15 giugno) nell’area ex Pozzi, aleggiava minacciosa sopra la testa di comunità impaurite. I fumi tossici hanno invaso la zona del Rio Lanzi sulla statale Appia, nella zona che abbraccia Calvi Risorta, Pignataro Maggiore e Sparanise. Successivamente i fumi e la cenere, frutto della combustione chimica, hanno raggiunto i centri cittadini. I vigili del fuoco hanno cercato di attenuare la portata del pericolo con interventi mirati.
La combustione dei veleni venuti fuori dalle prime tre trincee, scavate due anni or sono, non fa altro che minare ulteriormente la salubrità dell’aria, della terra e dell’acqua. Il 7 giugno scorso, la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere aveva già parlato della presenza di rifiuti speciali pericolosi contenenti sostanze “in grado di provocare danni di diversa gravita all’ambiente e agli esseri viventi, caratterizzati dalla presenza di contaminanti quali: Zinco, Piombo, Idrocarburi che determinano caratteristiche di “Tossicità per la riproduzione”, “Ecotossicità”, “Tossicità specifica per Organi Bersaglio e Tossicità in caso di aspirazione”. Per non parlare delle acque sotterranee, le cui analisi hanno confermato il superamento della Concentrazione della Soglia di Contaminazione (CSC) relativi ai Policlorobifenili (PCB) ed al parametro degli idrocarburi totali. Tanto da indurre gli inquirenti a ipotizzare i rati di disastro ambientale e di contaminazione delle falde acquifere.
E pensare che l’area ex Pozzi (insieme con altri siti come l’ex tabacchificio di Sparanise, la “Cava Monti” di Maddaloni, la discarica abusiva di Roccarainola, la discarica abusiva in area PIP nel Comune di Ceppaloni, la discarica “la Selva” a Sessa Aurunca) era stata inserita nel piano di bonifica del territorio con interventi – effettuati previa attivazione, ai sensi dell’art. 250 del D. Lgs. n. 152/06, delle procedure in danno nei confronti dei soggetti obbligati – indirizzati ad esempio ad Isochimica nei Comuni afferenti alla cosiddetta “Terra dei Fuochi”. Dei complessivi 500 milioni – di cui 15 riservati all’area ex Pozzi – previsti nella delibera della Giunta Regionale n. 731 del 13/12/2016 (leggi la delibera_della_giunta_regionale_dip52_5_n_731_del_13-12-2016), non si è visto nemmeno un euro. Tanto da spingere lo stesso Procuratore della Repubblica, la dottoressa Antonietta Troncone, a compulsare “le Pubbliche Amministrazioni competenti per materia – come si legge nella nota stampa del 7 giugno – affinchè venissero intraprese le prime misure di messa in sicurezza del sito e l’effettuazione degli interventi urgenti non procrastinabili, nonché l’adozione dei provvedimenti necessari alla complessiva caratterizzazione del sito ai fini della sua successiva bonifica” .
Negli ultimi decenni, di fronte a una tragedia di immani dimensioni, invece, la politica non solo non ha fatto niente ma ha impiantato nella stessa area una centrale termoelettrica da 800 megawatt (impianto considerato dalla normativa industria insalubre di prima classe, ovvero dannosa per la salute pubblica ex decreto ministeriale 5 settembre 1994, elenco di cui all’art. 216 del testo unico delle leggi sanitarie regio decreto n. 1265 del 1934) e avrebbe voluto localizzare anche una centrale a biomasse (pericolo sventato soltanto grazie alla netta contrarietà della popolazione locale e alle “disavventure” della famiglia Iavazzi). Proprio per tali elementi, non più tardi di una settimana fa avevamo manifestato tutto il nostro scetticismo in una risoluzione del problema da parte delle istituzioni locali.
Probabilmente l’unica cosa da fare al momento sarebbe capire quali passi sono stati fatti. Il neo sindaco Giovanni Lombardi farebbe bene a rendere pubblici tutti gli atti espletati dalle Amministrazioni comunali Caparco e Marrocco, dal commissario Campini e dalla Regione Campania. Inoltre, dovrebbe manifestare le sue intenzioni in merito a tale disastro. Siamo sicuri, in ogni caso, che i cittadini e i comitati saranno pronti a sollecitare l’intervento delle istituzioni già nelle prossime ore. Il Comitato per l’Agro caleno, nel week end, aveva già organizzato un volantinaggio.
Red.