CASERTA – Trenta tonnellate di rifiuti speciali e non, tra cui amianto, pneumatici usati e materiale edile di risulta,
sono stati trovati – a fine settembre – in località Sant’Arcangelo, nel comune di Caivano, durante dei lavori di manutenzione a una condotta che trasferisce acque reflue verso l’impianto di depurazione di Acerra. Fin qui ci siamo, nel senso che la consapevolezza che la nostra terra sia un nascondiglio di veleni è oramai risaputo ma bisogna impegnarsi ad individuarli per evitare che il disastro ambientale possa assumere dimensioni maggiori rispetto a quelle già devastanti.
Il problema però è un altro: questa volta l’emergenza potrebbe non essere circoscritta, ma interessare tutti i residenti della Regione Campania. La riserva idrica d’emergenza regionale si trova proprio sotto le campagne avvelenate di Caivano, vale a dire uno degli epicentri della Terra dei Fuochi.
A questo problema si aggiunge un nuovo allarme che proviene dal sottosuolo e assume la forma dell’acqua. Acqua che potrebbe essere contaminata, con elevata presenza di amianto, pronta a servire 136 comuni dell’Ambito territoriale ottimale 2. Insomma 136 comuni tra le province di Napoli e Caserta. La denuncia arriva da uno studio che risale al 2002-2003 ma, apparentemente, ancora attuale a cura proprio dell’Ato 2. Sarebbero infatti state realizzate condotto idriche (per oltre 112 chilometri) con tubazioni in cemento-amianto oltre 50 anni fa. Si tratta, in sostanza, dell’eternit usato per garantirne l’elasticità. La corrosione delle vecchie strutture causerebbe la diffusione delle fibre di amianto nell’acqua potabile.
Fonte: interno18
Per approfondire: ‘Amianto nell’acqua’. Pericolo in oltre 130 comuni tra Caserta e Napoli. Via alle verifiche. Ecco TUTTI I COMUNI (tratto dal sito Noi Caserta)
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