Il bel racconto di Arturo Pérez-Reverte, “Occhi azzurri” (Solferino, 80 pagine, 10 Euro, introduzione e traduzione di Bruno Arpaia), è una miniatura perfetta in cui una notte di ferro e sangue racchiude il senso di due universi che collidono: nel fragore della battaglia, nel terrore che tutto avvolge nella sua cappa scura di morte, sentiamo il soffio leggero di desiderio, speranza, amore, a rammentarci come le pagine più terribili della Storia riescano spesso a essere – senza cadere in contraddizione – anche “indimenticabili e magnifiche”. La trama: Tenochtitlán, 30 giugno 1520. È l’ultima notte degli spagnoli nella capitale dell’impero azteco, ed è passata alla storia come la “Noche Triste”. Dopo la “strage del Templo Mayor”, l’odio dei tlaxcaltechi verso i conquistadores trabocca come una marea, e si mischia alla pioggia che batte furiosa sulla città, travolgendo gli uomini di Hernán Cortés in disordinata e sanguinosa ritirata. Tanto disperato è il tentativo di salvare la pelle che molti lasciano indietro l’oro dei saccheggi, per correre più leggeri verso la salvezza. Non lui, il soldato dagli occhi azzurri, che non vuole rinunciare, a nessun costo, alla promessa che quel tesoro racchiude, la promessa che lo ha portato fin lì. È il prezzo del suo coraggio, gli ha sacrificato tutto, persino la sua paura. Il finale – che naturalmente non riveliamo – è davvero di grande impatto. Ecco un assaggio della scrittura di Arturo Pérez-Reverte: “Teules maledetti, cani, morirete fino all’ultimo, e pagherete il disonore dei nostri idoli, e il vostro sangue scorrerà sugli altari e sulle scalinate dei templi. Bum, bum, bum. Così dicevano quella notte i maledetti tamburi di Tenochtitlán”.
L’autore, Arturo Pérez-Reverte, è nato a Cartagena, in Spagna, nel 1951. Per vent’anni reporter di guerra in Libano, Eritrea, alle isole Falkland, in Nicaragua, Mozambico, Romania, Bosnia e in altre zone roventi del pianeta, romanziere di lungo corso, è autore di libri pubblicati in quaranta lingue. Tra i più celebri, “Il club Dumas” (1993), “La carta sferica” (2000) e, dal 1996, la serie “Le avventure del capitano Alatriste”. Dal 2003 è membro della Reale Accademia di Spagna. I suoi titoli più recenti sono “Il codice dello scorpione” (2017), “L’ultima carta è la morte” (2018), “I cani di strada non ballano” (2019), “Sabotaggio” (2020) e “Sidi” (2021).
Red. Cro.