Oggi si dovrebbe discutere davanti al Tar il ricorso della Casertana Recuperi contro l’interdittiva antimafia. L’Amministrazione comunale trema

Oggi si dovrebbe discutere davanti al Tar il ricorso della Casertana Recuperi contro l’interdittiva antimafia. L’Amministrazione comunale trema

CALVI R. – Astensione degli avvocati permettendo, oggi (15 gennaio) dovrebbe aver luogo una nuova udienza davanti al Tar Campania del ricorso presentato dalla “Casertana Recuperi srl” e  Antonio Luca Iorio (figlio del Giudice di Pace Vittoria Farzati) contro l’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Caserta il 28 settembre 2009. La società della famiglia Iorio, che si avvale dei servigi dell’avvocato Carlo Sarro (attuale membro della Commissione parlamentare antimafia), è finita nella “lista nera” delle ditte attenzionate, perché annoverava tra i propri soci Vincenzo Abbate, arrestato per associazione mafiosa e ritenuto dai magistrati della Dda di Napoli uomo del boss del clan dei casalesi Michele Zagaria.

In attesa delle decisioni del Tribunale amministrativo, nelle scorse settimane hanno suscitato molto scalpore le dichiarazioni del sindaco Antonio Caparco, il quale ha ammesso di aver saputo dell’interdittiva antimafia ai danni della “Casertana Recuperi srl” soltanto recentemente dalla stampa e che la stessa società starebbe gestendo la cava Fabbressa in località Monticello senza alcuna autorizzazione del Comune di Calvi Risorta. Insomma – secondo il primo cittadino – gli Iorio avrebbero occupato la cava a sua insaputa, pur avendogliela affidata nel 2004 (autorizzazioni poi revocate dal sindaco Giacomo Zacchia nel 2005 e di cui si sono perse le “tracce” in questi anni).

Affermazioni queste strane e anche preoccupanti per tutta una serie di motivi. Innanzitutto perché vorrebbe dire che il primo cittadino non è a conoscenza di quello che accade nel comune che amministra. Ma c’è di più. Il Comune di Calvi ha affidato dei lavori alla “Casertana Recuperi srl” (ad esempio quelli di rifacimento del piazzale antistante il cimitero comunale), quindi inviava e riceveva comunicazioni dalla società che aveva sede nella stessa cava Fabbressa, “abusivamente” – secondo la fascia tricolore – occupata ai danni dell’Ente stesso. Di fronte a questo scenario da brividi, non sorprende che più autorità inquirenti stiano indagando sulla questione dei rapporti tra la “Casertana Recuperi” e il Comune, oltre che sulla posizione del Giudice di Pace, la dottoressa Farzati.

Alle questioni legali si affiancano quelle ambientali: non è chiaro che cosa sia stato smaltito nella cava, poiché in questi anni, siccome tutti “ignoravano” l’attività degli Iorio, nessuno ha effettuato degli accertamenti. In questo senso il “Comitato per l’Agro Caleno: No Centrale a Biomasse” ha lanciato l’allarme, preannunciando mobilitazioni nelle prossime settimane.

Il caso Fabbressa rischia seriamente di far tremare Calvi più del terremoto del 29 dicembre scorso.

Red. cro.

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