Omaggio al giornalismo investigativo in un libro di Leonardo Sciascia, “Questo non è un racconto” (Adelphi, 170 pagine, 13 Euro), “scritti per il cinema e sul cinema” a cura di Paolo Squillacioti, che è autore anche di una nota finale al testo. Riferendosi a una versione cinematografica della storia del bandito Salvatore Giuliano, Leonardo Sciascia nel 1987 scriveva tra l’altro: “Se un film c’è da fare su Giuliano, bisogna partire dalla sua fine nel cortile di una casa di Castelvetrano e incentrarlo, il film, sulla figura del giornalista Tommaso Besozzi, che su quella fine ha dato agli italiani l’incontrovertibile verità che lo Stato si adoperava a negare”. Nato a Vigevano nel 1903 e morto suicida a Roma nel 1964, Tommaso Besozzi è stato un grande giornalista investigativo e smentì la versione ufficiale sulla fine del bandito: Salvatore Giuliano, infatti, era stato ucciso non dai carabinieri ma dal suo compare Gaspare Pisciotta. Nel volume c’è il riferimento pure a un’altra figura storica del giornalismo italiano, Mauro De Mauro, che nel 1968 pubblicò un’intervista a Leonardo Sciascia sul quotidiano “L’Ora” di Palermo.
“Questo non è un racconto” è un libro che “si inserisce nel percorso di recupero della produzione saggistica dispersa” di Leonardo Sciascia, con la significativa novità di “Tre inediti per il cinema”: due soggetti per film non realizzati, opera di uno scrittore che non era un soggettista, e un dialogo narrativo per un film di Sergio Leone che non ebbe esito. La segnalazione dei tre testi si deve al nipote di Leonardo Sciascia, Vito Catalano, che con Laura Sciascia e Fabrizio Catalano ha dato l’impulso per far nascere il volume.
Anche questa “produzione saggistica dispersa” (e dunque non inclusa nelle “Opere” adelphiane) porta la scintilla della grandezza di Leonardo Sciascia, come grande era il suo amore per il cinema. Nata alla fine degli anni Venti nel “piccolo, delizioso teatro” di Racalmuto trasformato in cinematografo, e in seguito febbrilmente alimentata, la sua passione per il cinema è sempre stata travolgente: “per me” ha confessato “il cinema era allora tutto. TUTTO”. Passione che ha suscitato, fra il 1958 e il 1989, acute riflessioni affidate ai rari scritti ora raccolti in questo libro: sull’erotismo nel cinema, sulla nascita dello star system, sul rapporto tra opere letterarie e riduzioni cinematografiche. Nonché splendidi ritratti, come quello su Gary Cooper.
Red. Cro.