“Caleno”: la Cassazione dà ragione alla Corte d’Assise. Il 16 luglio ci sarà anche il Comune di Pignataro in aula

“Caleno”: la Cassazione dà ragione alla Corte d’Assise. Il 16 luglio ci sarà anche il Comune di Pignataro in aula

PIGNATARO M. – La Corte di Cassazione ha risolto il conflitto negativo di competenza tra la Corte d’Assise e la Prima Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nell’ambito del procedimento ribattezzato “Caleno” e che vede imputati elementi di spicco dei clan Lubrano – Ligato e dei “casalesi”. Dal fascicolo sulle mafie dell’Agro Caleno, infatti, erano nati vari tronconi: alcuni incentrati sui reati associativi e altri sull’omicidio Abbate, tutti finiti tra le sezioni penali e la Corte d’Assise. Per questo il Collegio “C” della Prima Sezione Penale, con ordinanza del 10 novembre 2011, ravvisando la sussistenza di un conflitto negativo di competenza rispetto alla Corte di Assise, aveva disposto la trasmissione degli atti alla Corte di Cassazione.

La Suprema Corte si è pronunciata in favore della Terza Sezione della Corte d’Assise, dichiarando l’incompetenza della Prima Sezione Penale. In questo modo, alcuni di quei tronconi saranno riuniti in un unico processo che ripartirà il prossimo 16 di luglio, con una nuova costituzione delle parti: da un lato l’accusa sostenuta dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Giovanni Conzo e Liana Esposito, e dall’altro il collegio difensivo composto – tra gli altri – dagli avvocati Luciano Polizzi, Carlo De Stavola, Emilio Martino, Giuseppe Romano, Angelo Raucci e Mariano Omarto. In quella sede chiederà di costituirsi parte civile anche il Comune di Pignataro Maggiore. La Giunta, prevedendo una eventuale regressione del procedimento, con delibera numero 81 del 22 giugno scorso, ha conferito l’incarico all’avvocato Laura Carmen Di Rubba (con studio a Sant’Arpino).

La scelta probabilmente ha tenuto conto anche della richiesta inoltrata ai consiglieri comunali dal giornalista Vincenzo Palmesano, il quale, con una lettera inviata pure alla Prefettura di Caserta e alla Dda, aveva chiesto al Comune di costituirsi in giudizio come parte offesa in questo processo. Contrariamente a quanto aveva fatto (o meglio, non aveva fatto) la precedente Amministrazione comunale (guidata dal sindaco Giorgio Magliocca), la quale non si costituì parte civile contro il clan Lubrano-Ligato, nonostante le tante chiacchiere e l’adesione ad un protocollo d’intesa firmato nel corso di una manifestazione promossa dall’associazione “Libera” a Casal di Principe.

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