PASTORANO -C’é anche un imprenditore di Pastorano tra le vittime delle estorsioni effettuate da vari affiliati al clan dei “casalesi”, tutti tratti in arresto dai carabinieri della Compagnia di Caserta nell’ambito dell’operazione “Titano 2”. L’inchiesta coordinata dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli e per il quale è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ai danni di quindici persone, ha permesso di ricostruire un intero sistema, su banda nazionale, dedito al favoreggiamento delle attività del clan dei casalesi fazione Schiavone. Gli indagati, infatti, sono tutti accusati a vario titolo di estorsione, detenzioni di armi e munizioni. Reati perpetuati dall’ottobre 2010 ad oggi. In particolare dalle attività investigative è emerso come la struttura criminale era organizzata in ruoli specifici di azione. Un imprenditore titolare di una impresa rivenditrice di prodotti termoidraulici di Aversa, addirittura, era stato inserito nel libro paga del clan dei casalesi, l’uomo, doveva corrispondere tre rate annue da cinque mila euro in cadenza con le festività di Natale, Pasqua e Ferragosto. Lo stesso accadeva per il resto degli imprenditori nei comuni di Casal di Principe, Cancello Arnone e Pastorano. Nell’elenco degli indagati sono finiti anche alcune delle vittime accusate di favoreggiamento personale, per aver negato di aver ricevuto richieste estorsive dal clan camorristico. In manette è finito anche un sottufficiale dei Carabinieri in congedo, ritenuto gravemente indiziato di favoreggiamento personale e di falso. L’uomo è accusato di aver occultato un fascicolo procedimentale riguardante l’assegnazione della gara per il servizio di trasporto scolastico nel comune di Castel Volturno.
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