CASERTA/PIGNATARO M. – Questa mattina i carabinieri del Nucleo Antifrodi di Roma, su richiesta del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere ai danni di Mario Natale, imprenditore di Casal di Principe. La Direzione distrettuale antimafia lo accusa di associazione a delinquere di stampo camorristico e intestazione fittizia di beni perché ritenuto elemento del clan dei “Casalesi”. Parallelamente, il Gico della Guardia di Finanza di Napoli gli ha sequestrato beni per oltre 50 milioni di euro. Le indagini eseguite dal Nucleo di polizia tributaria di Napoli, dalla Guardia di Finanza e dal Nucleo antifrode di Roma dei carabinieri hanno portato, nello specifico, l’autorità giudiziaria a porre i sigilli su: 55 terreni, 41 immobili, 8 fabbricati, 16 automezzi, 15 quote societarie, 13 società e 5 ditte individuali.
L’inchiesta, condotta dai pm Giovanni Conzo, Alessandro D’Alessio e Maurizio Giordano, con la direzione del Procuratore Aggiunto Giuseppe Borrelli, si basa sull’analisi economico finanziaria che avrebbe attestato un disallineamento tra i redditi dichiarati al fisco e il reale patrimonio individuato. Sono stati, inoltre, iscritti nel registro degli indagati la moglie di Natale, Annamaria Felaco, e i due figli, Enrico Maria e Gianluca. Trai i beni sequestrati, stamattina, una Ferrari Maranello, una villa in Sardegna, a Calasetta, la società Partenopea Bingo e un agriturismo a Sessa Aurunca.
Ricordiamo che per anni Natale ha gestito il tabacchificio sito alle spalle della stazione ferroviaria di Pignataro Maggiore, in località “Vicinale Pezzatavolella”, e la moglie è stata fino a qualche tempo fa azionista della società Pemba srl, insieme con l’imprenditore Giovanni Verazzo (lo stesso che voleva mettere in funzione una centrale a biomasse nella zona Asi pignatarese) e Andrea Sguazzini, originario della Calabria.
Nel corso di un interrogatorio del 15 marzo 2007, il pentito Luigi Diana così parlava di Natale: «Se parliamo della stessa persona, questo Mario è stato prestanome del clan dei casalesi. In origine, l’avvocato Mario Natale era titolare di un tabacchificio in zona Pignataro Maggiore. Alla fine del 1993, parlando con i miei compagni e in particolare con Bidognetti Aniello, venni a sapere che nell’Albanova calcio avevano cambiato i dirigenti. Era stato tolto Passarelli Dante, il cui nome cominciava evidentemente ad essere noto alle forze dell’ordine, ed era stato sostituito con questo Natale Mario, il quale era chiaramente prestanome del clan dei casalesi, vero proprietario dell’Albanova