CALVI R. – I roboanti annunci da parte delle istituzioni stanno alimentando la lotta a tutela dell’ambiente e della salute umana, relativamente alla costruzione di una centrale a biomasse sul territorio di Calvi Risorta, soltanto a chiacchiere. A rivelarlo è l’assessore regionale all’ambiente, Giovanni Romano, intervistato da “Il Velino” sulle autorizzazioni concesse, attraverso la Valutazione di impatto ambientale, da Palazzo Santa Lucia alla Iavazzi Ambiente scarl della famiglia Iavazzi.
Il componente della Giunta regionale, innanzitutto, ha voluto chiarire che la VIA, che serve ad accertare “preventivamente la compatibilità ambientale di progetti di opere e/o di interventi pubblici e privati attraverso la valutazione degli effetti diretti ed indiretti sulle matrici ambientali e stabilire le condizioni per la realizzazione e l’esercizio delle opere e degli impianti indicando le misure per la minimizzazione o eliminazione dei relativi impatti”, rappresenta una fase del procedimento attivato da altri.
Ricordando che l’istanza della Iavazzi Ambiente è arrivata lo scorso 4 marzo, ha aggiunto: “A seguito della pubblicazione dell’avvio del procedimento è pervenuta una sola istanza contenente osservazioni da parte di un privato cittadino. Tali osservazioni sono state tenute in debita considerazione dalla Commissione VIA che ha esaminato il progetto, richiesto delucidazioni ed integrazioni su alcuni aspetti e rilasciato il parere di competenza ambientale come atto dovuto per legge”. Insomma, tante parole ma alla fine un privato ha presentato delle osservazioni alla richiesta presentata dagli imprenditori marcianisani.
Fortunatamente, però, i rappresentanti istituzionali hanno una ulteriore chance per rimediare. Così come ha già fatto il “Comitato per l’Agro Caleno: No Centrale a Biomasse”, potranno far valere le proprie ragioni – anche relativamente alla VIA – in conferenza dei servizi. “È in questa sede – aggiunge Romano – che eventuali pareri contrari e motivati degli altri Enti e delle altre autorità devono essere rappresentati per negare l’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto”.
Red.