PIGNATARO M. – Palazzo Scorpio, sede dell’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore, è ostaggio della violenza verbale del sindaco Raimondo Cuccaro. Una inaudita violenza verbale che non deve passare sotto silenzio in quanto apre numerosi e preoccupanti interrogativi sulla serenità del clima istituzionale in cui maturano delicatissime decisioni amministrative.
Venerdì 15 gennaio 2016 c’è stato un mezzogiorno di fuoco nell’ufficio del sindaco che si è scagliato contro qualcuno finora rimasto ignoto urlando parole del genere: “cornuto di merda”, “parassita di merda”, “vaffanculo”. I dettagli ulteriori dell’appena citato pensiero politico-amministrativo del primo cittadino, i nostri pochi ma affezionati lettori pignataresi possono chiederli alle tre persone presenti nell’ufficio del Raimondo Cuccaro furioso: il comandante dei vigili urbani Alberto Parente, l’assessore Giorgio Vito (consuocero del sindaco) e il consigliere comunale Gaetano Fucile, ex oppositore passato nelle file della maggioranza.
Non sappiamo – come si è detto – chi fosse il bersaglio del “vaffanculo” sindacale, il destinatario delle definizioni di “parassita di merda” e “cornuto di merda”. Se un esponente politico o un giornalista o un dipendente comunale. Ma insistiamo sul punto. Con quale serenità, infatti, un funzionario comunale può occuparsi di “livelli” o di PUC (ex piano regolatore), delle demolizioni o degli appalti, delle cose che interessano da vicino gli amici del sindaco o i suoi avversari, se a Palazzo Scorpio si può assistere a tali scoppi di violenza verbale? Se tale funzionario comunale può nutrire anche il solo semplice sospetto che le parole urlate venerdì 15 gennaio 2016 (“vaffanculo”, “parassita di merda”, “cornuto di merda”) siano riferite a lui? Raimondo Cuccaro, insomma, fa paura. Bisogna tenere costantemente i riflettori accesi su Palazzo Scorpio.
Rassegna Stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it