NAPOLI – I pm della Procura della Repubblica di Napoli ritornano in aula per cercare di provare per via giudiziaria i vizi e i malcostumi della politica italiana. Venti anni fa, uno di loro, il sostituto Vincenzo Piscitelli, ci provò cercando di configurare il reato di voto di scambio nell’ambito della tangentopoli partenopea che all’epoca travolse buona parte della classe politica locale. Oggi al Tribunale di Napoli, insieme ai colleghi Alessandro Milita, Fabrizio Vanorio e Henry John Woodcock, cercherà di provare la corruzione (o, in subordine, il finanziamento illecito) che misero in piedi gli imputati Silvio Berlusconi e Valter Lavitola per sottrarre senatori alla maggioranza che sosteneva l’ultimo governo guidato da Romano Prodi nel biennio 2006-2008.
La vicenda ruota intorno alla compravendita che portò l’ex parlamentare dell’Italia dei Valori Sergio De Gregorio, leader degli Italiani nel Mondo, dal centrosinistra al centrodestra, in cambio di importanti somme di denaro. Questa mattina, in sede di costituzione delle parti, ci sarà anche Antonio Di Pietro. L’ex senatore assisterà in qualità di avvocato l’Idv, che si è costituita parte civile. L’ex pm, che ha indossato la toga, ha commentato: “È la prima volta che mi trovo dall’altra parte”. Insieme agli elettori del partito dell’ex Ministro, saranno parte in causa anche il Senato della Repubblica e i consumatori.
I tempi della prescrizione, però, sono strettissimi: i tre gradi dovrebbero concludersi entro il 2015. Tuttavia, la lista dei testimoni è lunghissima. Per l’accusa c’è l’ex premier Romano Prodi, la senatrice Finocchiaro, lo stesso reo confesso De Gregorio, l’uomo d’affari Carmelo Pintabona e l’avvocato-onorevole Niccolò Ghedini, che figura nella doppia veste di potenziale teste dei pm e di legale di Berlusconi. Proprio quest’ultimo, insieme all’avvocato Cerabona, ha chiesto la citazione come test di quaranta persone.
Red.