PASTORANO – L’aggressione verbale ai danni di uno degli oratori contrari alla centrale a turbogas di Sparanise, nel corso di una manifestazione di vari anni fa, diede il segnale dell’interesse diretto di Nicola Palladino per l’imponente struttura che si staglia nell’area industriale dell’Agro caleno. Interesse confermato dal collaboratore di giustizia Nicola Panaro, ex braccio destro della fazione Schiavone del clan dei casalesi, il quale racconta che l’imprenditore pastoranese avrebbe fornito il calcestruzzo per la costruzione della centrale termoelettrica attraverso la Cls. Imponenti forniture, come quella di Sparanise (dove anche il clan Papa, storicamente legato a Francesco Schiavone, difendeva gli interessi della fazione che faceva capo a “Sandokan”) e come quella fornita nei lavori di riqualificazione di Villa Literno – sempre confermata da Panaro –, che avrebbero garantito l’arricchimento di Palladino. Per questo, i giudici del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione Misure di Prevenzione, avrebbero depositato – secondo quanto riferisce Il Mattino – il provvedimento di confisca dei beni del valore di diversi milioni di euro.
L’imprenditore pastoranese, ritenuto vicino agli Schiavone e agli Zagaria, – secondo quanto sostenuto dalla magistratura – era solito segnalare ai clan l’apertura di cantieri, ai quali le cosche poi imponevano la fornitura del calcestruzzo che veniva fornito anche da Palladino – in un regime quasi di monopolio – che ricambiava con una parte degli utili.
Red. Cro.