CAPUA – Nella mattinata odierna, in Capua (CE), i Carabinieri del Comando provinciale – Nucleo Investigativo di Caserta hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale D.D.A., nei confronti di ANTROPOLI Carmine – sindaco di Capua per due consiliature consecutive, dall’anno 2006 al 2016 – per i reati di cui agli artt. 110 e 416 bis c.p. (concorso esterno in associazione di tipo mafioso) e di ZAGARIA Francesco (imprenditore di Casapesenna, stabilitosi nel territorio capuano), quest’ultimo ritenuto responsabile dei delitti p. e p. dagli artt. 416 bis c.p. (associazione di tipo mafioso), artt. 81, 110, 112, 575, 577 e 416 bis1 c. p. (duplice omicidio aggravato dalle finalità mafiose) e 110, 610 c.p., 416 bis 1 c.p. (violenza privata aggravata dal metodo mafioso).
Il provvedimento restrittivo costituisce il risultato di una prolungata attività investigativa, avviata nell’anno 2015 anche con l’ausilio di attività tecniche e terminata nel luglio 2018, corroborata da convergenti dichiarazioni di importanti collaboratori di giustizia. In base alle emergenze delle indagini agli indagati si contestano i seguenti fatti: il clan “dei casalesi” ha condizionato lo svolgimento delle elezioni amministrative per il Consiglio comunale di Capua, tenutesi il 5 giugno 2016; grazie alla forza di intimidazione di ZAGARIA Francesco, affiliato al clan “dei casalesi” (fazione Zagaria), ANTROPOLI Carmine, all’interno del suo studio medico, con percosse a cui ha dato luogo materialmente lo ZAGARIA, ha indotto un avversario politico a ritirare la candidatura alla carica di consigliere comunale. Inoltre, ANTROPOLI Carmine è risultato gravemente indiziato di avere stretto un patto con ZAGARIA Francesco e con MEZZERO Martino (altro affiliato al clan dei casalesi) per assicurare dei voti ad altro candidato, pure appartenente al gruppo politico di ANTROPOLI; l’imprenditore capuano ZAGARIA Francesco, meglio noto come “Ciccio ‘e Brezza” e “sentenza”, già oggetto nell’anno 2017 di un provvedimento cautelare in carcere per i reati p. e p. dagli artt. 110 e 416 bis (concorso esterno in associazione di tipo mafioso) e 12 quinquies L. 356/1992 (intestazione fittizia di beni) nonché di un provvedimento di sequestro preventivo di due società a lui riconducibili, operanti nel settore dell’edilizia e in quello caseario, ha assunto ruolo di elemento apicale del clan “dei casalesi” – fazione Zagaria – tanto da godere di incondizionata fiducia da parte del capo del clan ZAGARIA Michele, il quale lo impiegò con funzioni di ausilio nell’esecuzione del duplice omicidio di CATERINO Sebastiano e DE FALCO Umberto, commesso a S. Maria Capua Vetere il 31.10.2003.
AGGIORNAMENTI
Nell’ambito della stessa operazione di questa notte, sempre i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Caserta, guidati dal Tenente Colonnello Mirante, sono state compiute perquisizioni domiciliari presso le abitazioni di due ex consiglieri comunali che contestualmente risultano indagati a piede libero, ovvero Marco Ricci e Guido Taglialatela. Per entrambi, anche se il Gip non ha ritenuto necessaria l’applicazione della misura cautelare, l’ipotesi di reato configurata è quella di concorso esterno in associazione mafiosa.
Non ci sarebbe traccia di voto scambio nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia che ha portato oggi all’arresto di Carmine Antropoli e di Francesco Zagaria, ma il clan si è comunque mosso per orientare le elezioni comunali del 2016, poi vinte dal Generale Centore. Il clan Zagaria sarebbe stato coinvolto anche nella scelta dei candidati: è questo lo scenario emerso dall’ordinanza del GIP. Infatti Antropoli avrebbe fatto prendere a schiaffi da “Ciccio e Brezza” del clan suo complice un esponente politico per convincerlo a ritirare la candidatura nello schieramento di centrodestra, cosa che avvenne. È uno degli episodi contestati all’ex sindaco di Capua nonché esponente di spicco di Forza Italia, primario presso l’ospedale Cardarelli di Napoli, dove i Carabinieri, avrebbero provveduto anche ad una perquisizione del suo ufficio.