Per la rubrica “Io speriamo che me la cavo”, il dirigente Coco ci parla del divieto di fumo a scuola

Per la rubrica “Io speriamo che me la cavo”, il dirigente Coco ci parla del divieto di fumo a scuola

Fin dal1975 afavore dei non fumatori si registrano una serie di provvedimenti legislativi.

In verità il Regio Decreto n. 2316 del 24/12/1934 prevedeva la sanzione di £40.000 achi somministrava tabacco ai minori di anni 16 e agli stessi minori era vietato fumare in luogo pubblico.

Con la legge 584/1975 si stabilisce il divieto di fumare in locali come ospedali, scuole, cinema, sale da ballo, musei, biblioteche, ecc.ecc..

Nei su citati locali andava apposto cartello con apposito divieto ed individuati i funzionari addetti alla contestazione.

La legge 448/2001 integra la 584 stabilendo le pene (da25 a250 euro).

La legge 3 del 16/01/2003 prevede la creazione di locali, vagoni ferroviari per fumatori ma estende il divieto ai ristoranti, palestre, centri commerciali.

Il 27 giugno 2013 il Ministero della Salute ha emanato una direttiva che vieta l’uso delle sigarette elettroniche all’interno degli edifici scolastici.

Questa direttiva, in linea con i citati provvedimenti antecedenti è da considerare una ulteriore misura cautelativa dello Stato a fronte di un nuovo modo di fumare per il quale mancano certezze scientifiche che ne garantiscano la sicurezza nell’uso.

Nelle scuole il divieto di fumo è garantito dagli adempimenti da compiere da parte del D.S.:

  • Inserire nel Regolamento d’Istituto le disposizioni e gli obblighi relativi al divieto di fumo o divulgarli con circolari interne;
  • Individuare i preposti alla vigilanza e all’accertamento dell’infrazione. Consegnare ai preposti la modulistica ed il modulo per il relativo pagamento (F23-131T);
  • Esporre i cartelli – DIVIETO DI FUMARE – in tutti i locali della scuola e le indicazioni della direttiva 14/12/1995;
  • Fornire informazioni e formazione adeguata sui rischi derivanti alla salute del fumo attivo e passivo;
  • Effettuare comunicazione al Prefetto per le sanzioni applicate o per il mancato pagamento delle stesse.

Fin qui le leggi, ma cosa spinge i giovani a fumare?

Sicuramente il gruppo dei pari è invitante e corruttore, ciò vale anche per alcool e droga, ma non si fuma solo per imitazione, anche per curiosità, per sentirsi grandi, importanti, per manifestare sicurezza, per sentirsi “fighi”.

Proibire, sanzionare serve ma serve, soprattutto, informare sulle conseguenze che il fumo produce.

Inoltre va considerato il meccanismo psicologico del “vietato”, quindi la sfida al mondo degli adulti, genitori o insegnanti.

Non fumare a scuola o a metri di distanza come previsto dall’ultimo provvedimento citato, è una buona abitudine ma va rafforzata dall’opera di convincimento che il fumo fa sempre e comunque male.

Un’ultima osservazione: lo Stato vende le sigarette e sui pacchetti obbliga a scrivere che il fumo uccide, distrugge, ecc.ecc.ecc.

Bell’esempio!!!

Il Dirigente Scolastico

Giacomo Coco

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