Per la rubrica “La ricreazione è finita”, vi proponiamo la figura di Renato Caccioppoli, “o genio” di tutti i tempi

Per la rubrica “La ricreazione è finita”, vi proponiamo la figura di Renato Caccioppoli, “o genio” di tutti i tempi

La vita sregolata e la genialità del grande maestro hanno da sempre affascinato gli studenti avvicinandoli allo studio della matematica.
Renato Caccioppoli nasce a Napoli a Capodimonte, il 20 Gennaio del 1904 da Giuseppe Caccioppoli e Sofia Bakunin (figlia dell’anarchico russo Mikhail Bakunin).

Si laureò a Napoli nel 1926, fu docente nel ’28, nel 1930 divenne, per concorso, professore di Analisi algebrica all’Università di Padova da dove, nel 1934, fu chiamato a Napoli dove vi rimase fino alla sua morte. La sua produzione scientifica riguarda prevalentemente l’Analisi funzionale (il teorema di punto fisso di Banach-Caccioppoli), la teoria geometrica della misura, la teoria dell’integrazione, le equazioni differenziali e integrali. Fu socio dell’Accademia nazionale dei Lincei e dell’Accademia delle Scienze di Napoli.

Genio matematico, comunista eretico,le appassionate discussioni politiche) si svolgono nella sede dell’Unità, intorno ai tavoli del bar“Gambrinus” o in qualche trattoria, e si spingono spesso fino a notte inoltrata.Trasandato nel vestire, sole o pioggia, indossava sempre un impermeabile beige sporco e sgualcito, incantatore di studenti nelle aule sempre gremite all’università, grande bevitore e fumatore, sfortunato in amore, napoletano nei pregi e nei difetti. Negli anni ’70 gli fu intitolato l’Istituto di Matematica dell’Università di Napoli Federico II, in via Mezzocannone, divenuto dal 17 gennaio 1984,Dipartimento di Matematica ed Applicazioni «Renato Caccioppoli».

La storia personale di Caccioppoli si presta a innumerevoli aneddoti, di cui ne riporto solo alcuni:

  • Sperimentò la vita dei barboni, e fu arrestato per accattonaggio: si racconta che un giorno Caccioppoli fu fermato di notte dalla polizia per un controllo a Piazza Garibaldi, a Napoli, vicino alla stazione ferroviaria, quando asserì di essere docente di analisi matematica all’Università Federico II di Napoli, gli agenti non gli credettero e lo arrestarono. L’indomani chiamarono telefonicamente l’università. Rispose uno dei suoi amici e colleghi, forse Carlo Miranda, e alla domanda della polizia, rispose chiedendo se il soggetto in questione avesse un impermeabile e una canottiera bianca (si vestiva sempre così con qualsiasi clima e temperatura) e quando l’agente disse di si, il collega del matematico affermò che quello che avevano fermato era senz’altro Renato Caccioppoli.
  • Un giorno uno studente gli chiese: “Professore secondo lei qual è la frase più vera in assoluto?” attendendosi forse una risposta di mirabile complessità o comunque di argomento scientifico. Caccioppoli rispose: “Al cuore non si comanda”.
  • Lo scrittore Luciano De Crescenzo, nel suo libro Storia della filosofia greca, cita Renato Caccioppoli come docente di un suo esame, al termine del quale ricevette un “21 di scoraggiamento. Meriterebbe di più ma io spero che cambi facoltà: lei, caro ragazzo, ha una discreta fantasia, forse potrebbe diventare anche un poeta. Senta il consiglio di un esperto: abbandoni l’ingegneria e faccia il paroliere…”
  • Durante un esame Caccioppoli chiese ad uno studente di disegnare alla lavagna una retta. Lo studente disegnò una linea dritta, ma Caccioppoli non era soddisfatto, quella non era una retta. Il ragazzo allungò la linea, ma il professore non era ancora soddisfatto. Il ragazzo allora disegnò una retta lunga quanto la lavagna dell’aula, ma Caccioppoli gli intimò di continuare. Allora il ragazzo passò il gesso sul muro fino ad arrivare alla porta della stanza e, ad un cenno del professore, uscì dall’aula continuando a passare il gesso sul muro. Caccioppoli bocciò il ragazzo. Per disegnare una retta si disegna un segmento tratteggiando gli estremi, cosa che lo studente non aveva fatto.
  • Alcuni suoi allievi, ora professori, raccontano che durante l’epoca fascista, a seguito del divieto per gli uomini di passeggiare con cani di piccola taglia, era solito camminare, come forma di contestazione, per le principali strade di Napoli con un gallo al guinzaglio.
  • Secondo un professore universitario, che fu allievo di Caccioppoli, durante una seduta di esame di analisi matematica, il suo assistente, il sacerdote Savino Coronato(anche questo accostamento è leggenda, un po’ come il diavolo e l’acqua santa, credo) assegnò alla lavagna una equazione differenziale ad un allievo, il quale non fu in grado di risorverla e fu bocciato. Purtroppo per l’allievo, il prete si era confuso e aveva assegnato un’equazione differenziale non risolvibile analiticamente. Caccioppoli non disse niente, ma poi si avvicinò al prete e disse: “Quest’equazione differenziale la sappiamo risolvere solo io e il tuo padrone!” (Caccioppoli era ateo).
  • Nel maggio del 1938 tenne un discorso contro Hitler e Mussolini, quando quest’ultimo era in visita a Napoli: insieme alla compagna, Sara Mancuso, fece suonare l’inno nazionale francese da un’orchestrina, dopodiché iniziò a parlare contro il Fascismo e il nazismo in presenza di agenti dell’OVRA, la polizia segreta fascista. Fu arrestato, ma sua zia, Maria Bakunin, all’epoca docente di Chimica all’Università di Napoli, riuscì a farlo scarcerare convincendo le autorità dell’incapacità di intendere e di volere del nipote.
  • Renato Caccioppoli non era probabilmente il professore che uno studente sogna di avere ad ogni esame: a volte teneva le lezioni in napoletano, (era poliglotta), altre volte era ubriaco. Teneva lezioni brevissime, arrivando sempre in ritardo e lasciando l’aula spesso in anticipo: giustificava la cosa spiegando che un quarto d’ora delle ‘sue’ lezioni contenevano più scienza e informazione di due ore di lezione normale. Quando un suo allievo era particolarmente ignorante in matematica gli diceva: “Avrai la laurea in matematica quando io sarò eletto presidente della Repubblica e Coronato sarà Papa”.
  • Durante una lezione, Caccioppoli chiese a uno studente: “Sei in cucina, devi cucinarti un piatto di spaghetti. La pentola con l’acqua è sul tavolo di cucina. Il fornello è già acceso. Qual è la prima operazione che fai?”
    “Metto la pentola sul fornello” risponde pronto il ragazzo.
    “E se la pentola non si trova sul tavolo, ma sul piano della credenza?”
    “Fa lo stesso: metto sempre la pentola sul fornello“No: se sei un matematico, la metti sul tavolo di cucina e ti riconduci al caso precedente.”…. ( Lo studente aveva saltato un passaggio, suppongo)
  • Renato Caccioppoli era intollerante nei confronti dei piccoli trucchi degli studenti, delle mezzecalzette raccomandate della borghesia, dei superficiali e dei pressappochisti che lo rendevano severo, a volte intrattabile e velenoso soprattutto in sede di esame.A lezione no. Era più disponibile e gentile. “La matematica è poesia”- diceva. Che sia un genio lo si capisce anche da come si muove: è serio, come deve essere uno scienziato, ma gli ridono gli occhi.
  • Erano molti i colleghi di cui Caccioppoli non aveva grande stima, ma non ne faceva mistero. Durante le lezioni diceva: “in questo Istituto solo tre persone sanno la Matematica: Gigino Allocca, Carlo Miranda e, modestamente, il sottoscritto”. Gigino Allocca era il capo Bidello, quello con la b maiuscola. E’ presente in ogni Università, utilissimo a professori e studenti. Deve la sua “autorità” all’aver conosciuto i docenti quando erano ancora studenti. Durante le nervose attese agli esami, era solito fare sfoggio della propria “cultura matematica” facendo agli studenti domande del tipo “ signurì, avite studiato ‘o teorema ‘e Schwarze?… no? … allora è inutile ca ve presentate!.

Questi e tanti altri aneddoti hanno contribuito a rendere unica e singolare la personalità e la genialità del più grande matematico del ‘900. Negli ultimi anni della sua vita, le delusioni della politica e l’abbandono della moglie, lo portarono all’alcolismo e l’8 maggio1959 morì suicida con un colpo di pistola alla testa nella sua casa di Palazzo Cellammare, nel quartiere San Ferdinando a Napoli, che aveva ospitati diverse illustri personalità di fama internazionale,Giacomo Casanova (che lo cita nel suo libro chiamato “Memorie”), Goethe (nel 1787), Torquato Tasso e Caravaggio, per il quale l’edificio fu di fatto l’ultima dimora.

Di Caccippoli restano i suoi trattati di matematica ed una inconfutabile verità…. Per tre cose vale la pena vivere: la matematica, la musica e l’amore.

Mara Della Corte, docente di Scienze Matematiche

I.A.C “B.Croce”- Vitulazio

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