NAPOLI – Per ottenere i finanziamenti pubblici per l’ ”Avanti”, la cui erogazione era a rischio per mancanza di fondi, Valter Lavitola faceva pressioni su politici di diversi partiti. Emerge da una telefonata tra il giornalista e Vincenzo Ghionni, suo socio nonche’ componente della commissione tecnica consultiva per l’editoria a sua volta arrestato lunedi’ scorso. La sintesi della telefonata, avvenuta il 12 ottobre 2009, e’ agli atti dell’inchiesta dei pm Francesco Curcio, Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli. Lavitola e Ghionni hanno calcolato il loro fabbisogno in 70 milioni, ma lo stanziamento da parte del governo non e’ certo. Ghionni “dice di aver chiamato la Lega, di aver allertato l’ amministratore delegato della Padania… poi ha parlato con l’Udc, con Adornato e la prossima settimana parlera’ con Gentilone”.
Lavitola “gli dice che Bonaiuti ha scritto una lettera a Tremonti ed a Canzio, Tremonti gli ha risposto che i soldi non li ha in quanto non e’ stato fatto il gettito di entrata, che comunque lo fara’ solo se glielo dice Berlusconi al quale ha mandato un appunto che lui ancora non legge, mentre Fini si sta muovendo”. Ghionni lo interrompe “dicendo di aver parlato con Raisi, il quale dice che il problema si risolvera’, pero’ lui non si fida”. Lavitola “gli dice di insistere molto su An, sulla Lega e Verdini, poi chiede se ha parlato con Verdini”. Ghionni replica che ha parlato “con Buracchio, di non aver contatti diretti con Verdini, comunque secondo lui Verdini Š inaffidabile”. Di li’ a poco Lavitola “dice che, essendo una legge del Parlamento, il ministro e’ tenuto a seguirla, quindi la posizione del presidente della Camera potrebbe essere determinante”. Per Ghionni “sarebbe opportuno aggirare la sinistra”. Lavitola “dice che potrebbe interpellare Schifani”.