Perché il superboss ergastolano Raffaele Ligato deve essere detenuto in regime di “carcere duro”: “elevatissima pericolosita’” – Ricorsi del mammasantissima che viene perquisito (nudo) in occasione dei colloqui con il suo avvocato – pubblichiamo due ordinanze della Cassazione

Perché il superboss ergastolano Raffaele Ligato deve essere detenuto in regime di “carcere duro”: “elevatissima pericolosita’” – Ricorsi del mammasantissima che viene perquisito (nudo) in occasione dei colloqui con il suo avvocato – pubblichiamo due ordinanze della Cassazione

PIGNATARO M. – Dopo aver informato con i precedenti articoli i nostri pochi ma affezionati lettori sui motivi per i quali i fratelli Pietro e Antonio Raffaele Ligato devono essere detenuti in regime di sorveglianza speciale, come previsto dall’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario (cosiddetto “carcere duro”), ora ci occupiamo del loro genitore, il mammasantissima di Pignataro Maggiore Raffaele Ligato, pluri-omicida ergastolano, soggetto di “elevatissima pericolosità”. Esigenze di sicurezza, quelle che sono necessarie nella sorveglianza del potente e sanguinario superboss, di cui si è occupata anche la Corte di Cassazione, tra l’altro per le rimostranze del detenuto contro il regime di “carcere duro” e in merito alle perquisizioni cui Raffaele Ligato (nudo) viene sottoposto in occasione dei colloqui con il suo avvocato. Pubblichiamo in coda a questo articolo due ordinanze della settima sezione penale della Cassazione emesse a seguito di altrettanti ricorsi di Raffaele Ligato.

Con ordinanza numero 23554 (in esito all’udienza del 13 aprile 2010), la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del superboss contro l’applicazione del 41 bis e lo ha condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di mille euro in favore della cassa delle ammende. Raffaele Ligato – scrivono i giudici – è “pericoloso”. “Sull’effettività di tale pericolo – aggiungono i magistrati – il provvedimento impugnato ha poi ampiamente e plausibilmente motivato, richiamando fatti (delitti commessi) e le molte informative, anche successive al decreto applicativo, tutte concordi ed estremamente dettagliate, che davano ragione del giudizio di elevatissima pericolosità formulato, evidenziando ruolo di capo e collegamenti del Ligato, anche durante la sua latitanza conclusasi con l’arresto del2005 inGermania, con la criminalità mafiosa in genere e da ultimo con i “casalesi”.

Con ordinanza numero 25654 (udienza del 17 marzo 2015), la Cassazione. “qualificata l’impugnazione come reclamo”, ha disposto “la trasmissione degli atti al Tribunale di Sorveglianza di Milano”. “Con ordinanza del 21 marzo 2014 – si legge nel documento della Corte di Cassazione – il Magistrato di Sorveglianza di Milano rigettava il reclamo proposto da Ligato Raffaele che lamentava illegittime perquisizioni con denudamento in occasione dei colloqui con il suo avvocato. Il Magistrato osservava che, in mancanza di strumenti di controllo alternativi, il denudamento del detenuto per lo svolgimento della perquisizione personale prima del colloquio con il difensore è legittimamente imposta dall’amministrazione penitenziaria ove sussistano specifiche e prevalenti esigenze di sicurezza interna”.

Corte di Cassazione 1

Corte di Cassazione 2

 

Rassegna Stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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