Petizione contro le discriminazioni assicurative: il Comune di Camigliano aderisce all’iniziativa

Petizione contro le discriminazioni assicurative: il Comune di Camigliano aderisce all’iniziativa

CAMIGLIANO – Su proposta del sindaco Vincenzo Cenname, la Giunta di Camigliano ha votato l’adesione del Comune alla petizione contro le discriminazioni assicurative a danno dei cittadini, promossa dall’Amministrazione comunale di Trentola Ducenta. L’iniziativa nasce dalla costatazione che le regioni del sud Italia sono sottoposte alla morsa del “caro Rca”, con una discriminazione geografica particolarmente accentuata tanto che, a parità di condizioni, compresa la classe di merito, un residente di una città della Campania può arrivare a pagare anche il quadruplo di quanto richiesto a un cittadino di una qualsiasi regione del nord della Penisola. Non sembra assolutamente sostenibile l’idea, usata a parziale attenuante, secondo la quale le regioni del sud sarebbero “ad alta incidentalità”. Tale dato, infatti, non sarebbe suffragato da alcun dato ufficiale.

Il dibattito sul decreto “Destinazione Itali” avrebbe rappresentato un’ottima occasione per portare l’attenzione del Parlamento sull’esorbitante costo delle polizze in Italia meridionale, in modo da ristabilire un equo trattamento per gli automobilisti che sono in possesso degli stessi requisiti di merito. Purtroppo, però, dallo stesso è stato stralciato l’articolo 8 che contemplava proprio la regolamentazione della questione. La presentazione di un disegno di legge ad hoc, auspicato in quella sede, inoltre, è stata procrastinata sine die.

Per tutto ciò, la petizione chiede un intervento immediato del governo, dei componenti delle commissioni parlamentari competenti in materia e di tutti i parlamentari eletti nelle regioni colpite dal “caro assicurazioni”. Un provvedimento finalizzato a eliminare questo trattamento discriminatorio, giacché gli automobilisti virtuosi devono poter usufruire delle stesse agevolazioni, a prescindere dalla regione in cui sono residenti.

Red. pol.

Commenta con Facebook