Piano urbanistico comunale di Vitulazio: scoppia la polemica sui terreni che hanno cambiato la destinazione da agricoli a industriali. Intanto Cuccari pubblica le foto dell’incontro pre-elettorale tra il sindaco Romano e l’imprenditore Sepe

Piano urbanistico comunale di Vitulazio: scoppia la polemica sui terreni che hanno cambiato la destinazione da agricoli a industriali. Intanto Cuccari pubblica le foto dell’incontro pre-elettorale tra il sindaco Romano e l’imprenditore Sepe

VITULAZIO – Nel corso di uno dei comizi che precedettero le ultime elezioni comunali (quelle di due anni e mezzo fa), la sera del 23 maggio 2014, da un balconcino di Piazza Riccardo II, il dottor Achille Cuccari, sindaco uscente e ricandidato con la lista “Vivi Vitulazio”, mostrò attraverso un maxischermo, alle migliaia di persone accorse per assistere alle battute finali della campagna elettorale, una serie di fotografie che raffiguravano due auto, un’Audi ed una Seat immortalate all’uscita del Casello Autostradale di Capua. Dalle fotografie proiettate sullo schermo gigante, risultate scattate alle ore 17 del 21 maggio 2014, si evinceva che un uomo brizzolato scendeva dall’Audi nera e saliva a bordo della Seat dove ad attenderlo c’era l’allora consigliere comunale di minoranza, il professor Luigi Romano, che da lì a qualche giorno sarebbe stato eletto sindaco di Vitulazio.

L’uomo misterioso che si intrufolava nella macchina di Romano – secondo Cuccari – era l’imprenditore Michele Sepe da Afragola, completamente sconosciuto ai vitulatini che guardavano le fotografie proiettate quella sera. In paese era noto come quel signore venuto dall’hinterland napoletano che aveva comprato tantissimi lotti per realizzarci un centro commerciale e che per qualche tempo aveva anche sponsorizzato la squadra di calcio locale, con tanto di vestiario riportante le scritte pubblicitarie della sua società – la stessa che aveva presentato il progetto per una struttura commerciale in località Cappellucce, mai realizzata a causa della ferma opposizione dei comitati, dei politici e dei commercianti locali.

Ritornando a quella sera di maggio del 2014, ad accompagnare la proiezione delle fotografie, le dure parole del primo cittadino uscente, il dottor Cuccari, che, giunto al termine del suo ultimo comizio e conscio che da lì a poco sarebbe caduto il silenzio elettorale sulla comunità vitulatina prima del voto del 25 Maggio – alla presenza di migliaia di persone e delle forze dell’ordine locali, con in testa il Luogotenente dei carabinieri Crescenzo Iannarella -, proferiva le seguenti parole: “Egregio Signor Romano, infine, vuole spiegare cosa faceva esattamente l’altro ieri alle ore 17 in macchina da solo all’uscita di Capua? – chiedeva Cuccari –, c’è un video che dovrebbe comparire, guardatelo, io non mi devo vergognare domani mattina quando mi faccio la barba. Che cosa ci faceva l’altro ieri alle ore 17 in macchina da solo all’uscita autostradale di Capua. Vuole dire con chi si è incontrato? Come mai l’incontro è durato solo 30 secondi, senza neanche un saluto. Lei che è stato il miglior sindaco di Vitulazio e che ama questa gente, vuole chiarire a questa gente e a questa piazza questo incontro. Chi era la persona con cui ha avuto questo rapido contatto; vuole chiarire a questa piazza se vi siete scambiati almeno il saluto oppure è stata solo una scena da film muto, – continuava Cuccari nel corso del comizio – ma allora qual è stato lo scopo di quest’appuntamento. Vuole chiarirlo a questo popolo e ancora prima ai suoi candidati della sua lista e ai suoi elettori; che cosa ha in mente di fare di Vitulazio dopo le elezioni; c’è qualche impegno che ha preso per Vitulazio per il dopo elezioni. I tempi della storia sono lunghi e la verità con il tempo si farà strada da sola”. Fin qui le parole del dottor Cuccari, pronunciate al termine del comizio del 23 maggio 2014. Dallo stesso balconcino una ventina di minuti prima, era intervenuto anche l’allora Assessore alla viabilità e ricandidato con la lista “Vivi Vitulazio”, Giovanni Martone, il quale affermò: “A noi non ci vedrete mai al casello autostradale a scambiarci doni e …”.

Sull’incontro tra l’imprenditore Sepe e il sindaco Romano – che le solite cassandre vitulatine bollarono come quello “dello scambio delle mozzarelle di bufala in vista delle festività pasquali” – da quel lontano maggio del 2014 e fino a qualche giorno fa, nessuno aveva più proferito parola, e qualche ben informato aveva anche parlato di indagini condotte da Polizia e Carabinieri – anche se dalle fotografie non si evince nessuno scambio delle leggendarie mozzarelle o del pacchetto di polistirolo, ma si nota un furgoncino posteggiato dietro alla macchina del sindaco Romano da dove, delle persone estranee all’incontro con il Sepe, forse degli operai di ritorno dal lavoro, aprono un bagagliaio e scaricano qualcosa.

Dopo un lunghissimo silenzio, durante il quale il solo dottor Cuccari ogni tanto rievocava il fatto, si sono riaperte le danze. Difatti, durante l’incontro sul Piano urbanistico comunale voluto dalla sezione vitulatina del Partito Democratico e dal gruppo consiliare di minoranza “Unità e Democrazia”, svoltosi lo scorso 5 novembre presso il Centro Sociale “Agorà”, dagli interventi dell’avvocato Mario De Rosa del PD e del Consigliere Comunale di opposizione, l’avvocato Raffaele Russo, si è gridato allo scandalo sulla zona industriale e commerciale facendo nomi e cognomi e parlando di terreni agricoli diventati industriali.

Dopo l’incontro degli anti-puc e con la pubblicazione su internet del video integrale dell’incontro, nel primo pomeriggio di martedì 8 novembre 2016, per le strade di Vitulazio, è comparso un manifesto murario a firma dell’architetto Lidia Callone, Responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale, dal titolo “Sprofondano nel fosso Maltempo le accuse del Movimento Civico Uniti per Vitulazio”, dal quale si evince che la stessa, insieme a Michele Sepe è stata assolta dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere dalle accuse che gli erano state mosse attraverso una denuncia penale ed un’attivissima battaglia giudiziaria a tutala del “Rio Maltempo” che negli anni era stata condotta dall’ex consigliere comunale Franco Antonio Criscione e dal Movimento Civico presieduto da Giovanni Di Lillo. (Allegato in basso Manifesto 1)

Dopo qualche giorno, nella mattinata di domenica 13 novembre 2016, le strade vitulatine sono state tappezzate di nuovo da due diversi e scoppiettanti manifesti, entrambi relativi al Piano urbanistico comunale e dei possibili interessi che si nascondono dietro l’approvazione dello stesso. Quello più rumoroso, sintetico, ma con tanto di foto, nomi e cognomi, è quello a firma dei consiglieri comunali di minoranza Achille Cuccari e Giovanna Lina Scialdone, sul quale, finalmente, dopo quasi due anni e mezzo di oblio e quel passaggio di foto per soli 30 secondi sul maxischermo di Piazza Riccardo II, vengono pubblicate le famose foto dell’incontro – avvenuto il 21 maggio 2014 all’uscita del Casello Autostradale di Capua – tra Romano e lo sconosciuto uomo indicato come l’imprenditore Sepe da Cuccari e Scialdone.

Il manifesto di Cuccari e della Scialdone dal titolo “La verità – Ricordate il Sindaco fuori al casello autostradale di Capua, oltre alle foto e un “giudicate voi” con tanto di punti esclamativi, continua dicendo: “Non è stata mai chiarita, benché richiesta, la natura di quell’incontro. Il Sindaco, all’epoca, con il solito sudario di menzogne, di quel furtivo incontro ha dato quattro diverse versioni: 1) Non è vero; Trattasi di fotomontaggio; Avevo consegnato delle mozzarelle; Avevo consegnato materiale elettorale. La verità è che si è incontrato con un signore che si chiama Michele Sepe, che è proprietario di un vastissimo appezzamento di terreno in località Agnena e che guarda caso, quel terreno col PUC è stato “trasformato” da zona agricola a zona commerciale. Di quel furtivo incontro adesso resta da capire “chi” ha dato a “chi” e “cosa”. (Allegato in basso Manifesto 2).

Questo il testo del sintetico manifesto del dottor Achille Cuccari e dalla ragioniera Giovanna Lina Scialdone che è stato accompagnato da un altro scoppiettante manifesto a firma dell’altro consigliere comunale di minoranza, l’avvocato Raffaele Russo del Gruppo “Unità e Democrazia”, dal titolo “Gigggino Romano Santo Subito – San Romano e la sua Cricca hanno fatto il Miracolo del PUC”. (Allegato Manifesto 3).

Russo, oltre a ricordare che il Piano Urbanistico consentirà la realizzazione di altri 880 appartamenti e che “il miracolo, questa volta, è andato solo a beneficio di qualche imprenditore forestiero che attente tempi propizi per acquistare, a buon mercato, i lotti degli sfortunati cittadini” ritorna sull’argomento della zona commerciale, scrivendo: “Tuttavia il suo amico imprenditore (quello del pacco di “mozzarella” per intenderci) il vero beneficiario, si è ritrovato vari ettari di terreno in zona industriale-commerciale. Proprio quei terreni vocati all’agricoltura saranno destinati a redditizie (per il proprietario) attività industriali… L’avvocato Russo poi fa un riferimento anche una “forte benedizione di San Gennaro da Sessa … e dei suoi “Beati” amici della “Cricca” e conclude dicendo di aspettare il corso della “giustizia terrena”. Conclusa la fase dei manifesti murari, è auspicabile che nel corso del Consiglio comunale, convocato per martedì prossimo 15 novembre 2016 alle ore 15,00 presso l’aula consiliare della Casa Comunale, il sindaco Romano, tra le varie risposte alle diverse interrogazioni poste all’ordine del giorno, dia la sua versione ufficiale sull’incontro tra lui è l’imprenditore Sepe avvenuto al casello autostradale di Capua.

In conclusione, dell’imprenditore Sepe sapevamo che era il proprietario di un vasto terreno, già indicato come commerciale/industriale sito in località Cappellucce e che voleva realizzarci un Centro Commerciale, ma ci giunge nuovo quanto scritto dai consiglieri Cuccari e Scialdone, e cioè della presenza di altri terreni agricoli posti nella zona di località Agnena. Difatti, nel Piano urbanistico comunale che si andrà ad approvare, è restata ampliata a dismisura la zona industriale e commerciale, anche verso aree interne come quelle di località Piglialarmi e retrostanti, andando verso Bellona che, in termini di suoli che verranno tolti all’agricoltura, si sommeranno a quelli già dichiarati industriali ed inutilizzati che dal bivio di Vitulazio vanno verso Pastorano e che ai lati sono attraversati dall’Appia e dell’autostrada, oltre poi a quelli sottostanti compresi tra la rete ferroviaria e la Statale Appia.

Questo nuovo Puc è stato concepito per non scontentare nessuno e per non rinforzare sospetti già sorti su qualche “vantaggio” che si andava a creare nei confronti di qualcheduno, e quindi è stato realizzato prevedendo una vasta zona commerciale e industriale, così nessuno potrà dire che si è fatto un piacere a qualcuno a danno di altri… e alla fine vissero tutti felici e contenti.

Bisognava tener conto dell’esperienza passata e, invece di ampliare ancora una volta a dismisura l’area industriale e commerciale sottraendola a quella a vocazione agricola così come era stato previsto nel vecchio Piano Regolatore (con scarso successo), sarebbe stato meglio creare un’area limitata con previsione di infrastrutture e favorire l’insediamento di un polo sia per attività commerciali che industriali, come già è stato fatto nella vicina Pastorano.

Se veramente si vuole parlare di sviluppo economico e crescita occupazionale, in primis bisogna procedere a una distinzione tra l’imprenditore che compra terreni, costruisce capannoni e poi lì vende o lì fitta, da quelli che già possiedono delle attività e propongono singoli progetti. Per questo motivo è stato giusto abbassare a 5000 il numero di metri quadrati per singolo insediamento. Il problema non dovrebbe tanto essere quanto terreno è stato destinato ad insediamenti produttivi, commerciali e di artigianato, ma il tipo di infrastrutture presenti in queste zone, poiché un imprenditore che vuole allocare una fabbrica o un capannone commerciale sul territorio comunale di Vitulazio, potrebbe volersi spostare e investire qualche chilometro più avanti, poiché lì trova aree già provviste di valide infrastrutture – tra cui fogne, strade, acqua, depuratore, ecc. -, con un notevole risparmio in termini di denaro nell’investimento da compiere. Un’altra storia è quella dei capannoni anonimi che fino a qualche mese fa erano pieni di scritte tra vendita e affittasi e che oggi sono stati usati per lo stoccaggio e che non portano alcun riscontro occupazionale, come nel caso dei cosiddetti “pannazzari”.

13.11.2016

Alfredo Di Lettera

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