Pignataro Maggiore, abusi sessuali su una minore: condannato un settantenne a 3 anni e 4 mesi

Pignataro Maggiore, abusi sessuali su una minore: condannato un settantenne a 3 anni e 4 mesi

PIGNATARO M. – Un uomo, è stato condannato per abusi sessuali su una minore. La seconda sezione penale, presieduta dal giudice Francica, ha inflitto all’uomo – difeso dall’avvocato Pietro Romano – una pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione, l’interdizione dai pubblici uffici e il risarcimento dei danni in favore dei genitori della minore, costituiti parte civile con l’avvocato Raffaele Russo, e dei fratelli, rappresentati dall’avvocato Caterina Celentano.
I fatti risalirebbero al 2012 quando la minore collaborava, con i fratelli e il padre nella gestione di un centro di equitazione, di proprietà dell’imputato settantenne, sito a pochi metri dall’abitazione della famiglia della vittima. L’uomo – secondo l’accusa – iniziò a prestare la sua attenzione morbosa nei confronti della minore e creò le occasioni per appartarsi con la stessa in luoghi chiusi e isolati per abusarne. Le sue attenzioni fisiche nei confronti della minore si fecero sempre più insistenti ed intime fino a che non abusò sessualmente della ragazzina. La minore, come raccontato nel corso dell’incidente probatorio, pensò all’inizio che si trattasse di un gioco percependo la figura dell’uomo come quella di un nonno, di una persona familiare.
Nel frattempo la minore si allontanò dal maneggio, ma l’uomo cominciò a seguirla fin davanti all’abitazione e alla scuola frequentata all’epoca dei fatti dalla vittima. Quest’ultima, avendo paura di raccontare i fatti ai genitori, si chiuse in un mutismo inconsueto, si isolò dalle sue abituali amicizie, non uscì di casa rifiutandosi di andare a scuola. A quel punto la madre della ragazza si rivolse all’assistente sociale del Comune di Pignataro Maggiore, la dottoressa Annamaria Riccio, che dopo una serie di colloqui apprese dalla ragazza la verità e quindi informò la locale Stazione dei Carabinieri e quindi la Procura della Repubblica.
Proprio la deposizione dell’assistente sociale davanti al Tribunale ha messo in luce anche il contesto sociale ed ambientale in cui si sono svolti i fatti. Emerge, tra le altre cose, un disagio economico e sociale in cui vive la famiglia di S.M. che, secondo la ricostruzione dei fatti, costituisce facile approccio per l’imputato il quale avrebbe anche approfittato di tali condizioni e del loro stato di indigenza, confidando nel loro silenzio.

Red. Cro.

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