PIGNATARO MAGGIORE – Sempre più allo sfascio Pignataro Maggiore, dove l’Amministrazione comunale guidata dal traballante sindaco Giorgio Magliocca è costretta ad ammettere che nel 2021 vi sono ancora cittadini che non hanno accesso all’acqua potabile. Una situazione da Terzo Mondo che rappresenta una condanna politica senza appello per gli accaparratori di poltrone di cui giustamente Giorgio Magliocca è il grande capo, occupando pure quelle di presidente della Provincia e di coordinatore provinciale di Forza Italia, che ha portato allo sbando.
Come se i pignataresi vivessero in uno sperduto villaggio dell’Africa più povera, sfortunata, dimenticata e isolata – invece che in Italia, in Europa, nell’Occidente del benessere e del progresso – il presidente del Consiglio comunale, dottor Cesare Cuccaro (consigliere delegato magliocchiano ai lavori pubblici), ha trionfalmente annunciato quanto segue, in data 25 febbraio 2021, sulla sua pagina Facebook: “Acqua potabile – Questa mattina sono iniziati i lavori per la messa in funzione della condotta idrica nel tratto di via Giancarlo Siani, dopo tanti anni i residenti avranno accesso all’acqua potabile”. E’ lecito chiedersi che cosa abbiano fatto in “tanti anni” Magliocca e i magliocchiani (e non solo loro) affinché pure a Pignataro Maggiore vi fosse per tutti il miracoloso, pubblicizzato, strombazzato “accesso all’acqua potabile”. Manco si stesse parlando non di una semplice “condotta idrica” ma di tubature universali per portare nelle case non solo “acqua potabile” ma anche – a scelta – birra, vino e liquori assortiti. C’è poco per cui lanciare proclami, se ne renda conto il consigliere delegato ai lavori pubblici (e con lui tutti i magliocchiani e gli altri protagonisti della politica locale).
Ormai Pignataro Maggiore sta sprofondando nel più assoluto abbandono, non è possibile continuare lungo questa discesa senza fine nel baratro. E’ un tema che riguarda la classe politica, ovviamente, ma anche i cittadini che devono dare un segnale forte di reazione con l’impegno culturale, sociale e civile, facendo sentire la propria voce quale opinione pubblica. L’alternativa – che già in tanti hanno messo in pratica – è quella di andarsene altrove, in paesi dove almeno l’accesso all’acqua potabile è garantito a tutti e non bisogna aspettare anni per averlo. E senza dover sopportare i proclami del magliocchiano (o non magliocchiano) di turno con il tono di chi sta facendo un generoso regalo, invece di riconoscere un elementare diritto: l’acqua potabile, appunto.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it