Concludiamo questa sezione con una miniserie di attività, riprese dal testo di E. Lageder e G.L. Zucchini ‘I modi e le forme della poesia’:
Inverno
Cogliere le parole scure, plumbee e le risonanze della bufera: vocale u e lettere m, n:
Ecco, il mese di Posidone
comincia; e gonfiano d’acqua
le nubi e cupamente
le impetuose bufere rombano
(Anacreonte)
Fanciulla
Cogliere dalle parole luci e ombre notturne; il senso di immobilità; la funzione dell’anafora nel riprodurre intensamente il senso di pace notturna:
Dormono le cime dei monti
e le vallate intorno,
i declivi e i burroni;
dormono i rettili, quanti nella specie
la nera terra alleva,
le fiere di selva, le varie forme d’api,
i mostri nel fondo cupo del mare;
dormono le generazioni
degli uccelli dalle lunghe ali.
(Alcmane)
La fonte
Cogliete il ritmo fluido, saltellante dei versi; la dominanza della i che imita il suono tintinnante e saltellante dell’acqua che cade; poi la dominanza della a che connota distensione, calma:
Gelida cristallina,
dalla rupe zampilla
l’onda: giù per la china
fugge guizzando, brilla
del sole al lume, e franta
ride fra i sassi in mezzo all’erba, e canta.
(A.Graf)
La gru
Ascoltate intensamente il suono cupo, autunnale della u rotto dal grido stridulo della i (nelle parole udito e grido), simile a un lamento. Avvertire la lunga cadenza piana dei versi fino alla metà del terzo. Percepire il valore della pausa segnata dalla punteggiatura(;) prima della conclusione che giunge come una constatazione amara e senza rimedio:
Ho udito acutamente risuonare
il grido dell’uccello che annuncia la stagione
propizia all’aratura; e cupo mi percorse il cuore.
(Teognide)
Cogliere le strutture foniche e le connotazioni che producono, in tutti i testi seguenti:
Canto mattutino
Dorati uccelli, dall’acuta voce, liberi
per il bosco solitario in cima ai rami di pino
confusamente si lamentano; e che comincia,
chi indugia, chi lancia il suo richiamo verso i monti:
e l’eco che non tace, amica dei deserti,
lo ripete dal fondo delle valli.
(Anonimo)
La fontana malata
Clof, clop, clopch,
Cloffete
Cloppete
Clocchete
Chchch…
E’ giù
nel cortile
la povera
fontana
malata;
che spasimo
sentirla/tossire…
(A. Palazzeschi)
La sera fiesolana
Cogliere: Ambra, frescura, rugiada notturna; buio e luccichii, rumori lievi: fruscii, respiri, crepitare di foglie, ombre e chiaro di luna; silenzio e respiri; gesti leggeri…
Fresche le mie parole ne la sera
ti sien come il fruscio che fan le foglie
del gelso ne la mano di chi le coglie
silenzioso e ancor s’attarda a l’opra lenta
su l’alta scal che s’annera
contro il fusto che s’inargenta
con le sue rame spoglie
mentre la Luna è prossima alle soglie
cerule e par che innanzi a sé distenda un velo
e par che la campagna già si senta
da lei sommersa nel notturno gelo
e da lei beva la sperata pace
senza vederla.
(G. D’Annunzio)
Ricordo
Esplicitate i dati cromatici non enunciati (il colore e il luccicare degli ulivi; il colore delle ombre).
Potreste addirittura illustrare con disegni le notti con le loro lune dai teneri colori:
Mi ricordo della terra
-gli ulivi nella notte –
ferma sotto la luna
bianca, rosa o gialla.
(Jimènez, Poesie)
E’ ovvio che ogni poesia può essere soggetta ad analisi di questo tipo e da qui ripartire per ampliare e approfondire l’indagine. E’ altrettanto stimolante scrivere poesie e poi passare ad una sorta di rigorosa autoanalisi come se si trattasse di versi di altri poeti. Vi accorgerete come la penna, o la tastiera, vi porteranno in territori poetici ed analitici impensati ed inediti e vi meraviglierete dei processi mentali, psicologici e spirituali che siffatta attività creativa aziona.
Buon lavoro
Prof Giuseppe Rotoli