CALVI R./SPARANISE – Nel 2006 aveva iniziato una delle sue più pericolose indagini proprio nel territorio dove ancora oggi vive rischiosamente fianco a fianco con gli esponenti di temibilissime famiglie mafiocamorriste. Un’inchiesta che denunciava il mancato riutilizzo dei beni confiscati alle consorterie criminali casertane. Il suo impegno
professionale gli costò carissimo: la notte del 21 gennaio del 2008, una raffica di colpi d’arma da fuoco venne sparata verso i cancelli della sua villa, come agghiacciante avvertimento. Ma Salvatore Minieri non abbassò la testa, anzi. Gli sviluppi di una parte di quel reportage richiamarono l’attenzione di Milena Gabanelli che volle inserire l’inchiesta del giornalista pignatarese in uno speciale di Report sull’intreccio spaventoso tra camorra e politica in provincia di Caserta. Minieri, in questi ultimi anni, è stato tra i pochissimi giornalisti ad avanzare fondati dubbi sulla linearità d’azione di alcune associazioni anticamorra del territorio che, fino alla sua inchiesta, non si erano mai accorte di quanto i clan avessero ancora nelle mani la disponibilità di ville e terreni, solo formalmente confiscati. Un’attivista di Libera querelò addirittura il giornale edito da Salvatore Minieri (un agguerrito magazine d’inchiesta su camorra e politica, diretto dal noto giornalista Davide De Stavola, anche quest’ultimo vittima di pesantissime minacce di matrice criminale). Inutile dire che la querela venne archiviata perché il lavoro dei due professionisti risultò congruo e rispondente alla verità fattuale esposta nei reportage, innervati sulle lacune operative di alcuni sodalizi anticamorra del casertano. Alcune sue inchieste, sviluppate con l’editore Vito Taffuri, hanno condotto a importanti azioni giudiziarie contro la zona grigia che esiste tra ambienti politici e imprenditoria legata a doppio filo ai clan casalesi. Dopo due anni di lavoro ricostruttivo, di concerto con il magazine on line calvirisortanews.it di Vito Taffuri e con la collaborazione tecnica di Tony De Angelis, Salvatore Minieri ha scoperto quella che è stata definita la più grande discarica industriale abusiva d’Europa, a Calvi Risorta in
provincia di Caserta. Una distesa di25 ettari, imbottita, da imprenditoria deviata e camorra, con sostanze chimiche e tossiche più pericolose. Un suo reportage sull’area ex Mindo (il più grande tabacchificio abbandonato d’Italia) ha rappresentato la base per un’interrogazione parlamentare, elaborata dal Movimento Cinque Stelle: dopo 20 anni, il giornalista ha acceso i riflettori sulla presenza devastante di amianto e liquidi chimici a pochi metri da abitazioni e scuole. Vincitore dell’edizione 2014 del prestigioso premio nazionale “Olmo” per la categoria “Giornalismo d’Inchiesta”, Salvatore Minieri ha pubblicato un libro sulla cementificazione abusiva del litorale casertano (I Padroni di Sabbia, Spring Edizioni-Caserta 2014). Il testo ha riscosso un grande successo editoriale, tanto da essere presentato in molte Università italiane. Nel febbraio del 2012 gli è stata recapitata una lettera di minacce che lo invitava a lasciare il suo territorio. A breve, pubblicherà il suo secondo libro sulla storia del feroce clan Bardellino e sui rapporti del capocosca Antonio con i vertici della politica e dell’imprenditoria nazionali.
Appassionato di storia antica e di tradizioni medievali, Salvatore Minieri sta preparando un romanzo storico ambientato nell’Italia feudale ai tempi delle Crociate.
Il 26 settembre gli verrà consegnato il Premio Legalità e Sicurezza come riconoscimento di una già lunga e coraggiosa carriera da cronistae scrittore in terra di camorra. Gli organizzatori della kermesse “Legalità e Sicurezza in Campania” hanno deciso addirittura di affidargli la conduzione dell’importante manifestazione nazionale, per confermare quanto siano importanti gli esempi di giornalismo indipendente e privo di condizionamenti in Campania, terra difficile e sempre più rischiosa per chi fa inchiesta vera.
C.S.