Processo Landolfi: il pm della Dda Milita chiede subito l’acquisizione della sentenza sull’Eco4

Processo Landolfi: il pm della Dda Milita chiede subito l’acquisizione della sentenza sull’Eco4

MONDRAGONE – Dopo migliaia di carte redatte e tante indagini effettuate in questi anni, si è aperto il processo che vede imputato l’ex Ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi. Ieri il parlamentare, accompagnato dal fido amico Gennaro Coronella, si è presentato davanti alla Prima Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal dottor Pierluigi Picardi, per difendersi dalle accuse di corruzione e truffa, con l’aggravante dell’articolo 7 della legge antimafia del 1991 per aver favorito il clan camorristico dei La Torre di Mondragone.  Il processo, come di consueto, si è aperto con la costituzione delle parti: da una parte l’accusa rappresentata in aula dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Alesandro Milita, e dall’altra i difensori del cordinatore vicario del Pdl Campania, Nicola Buccico e Michele Sarno.

Successivamente, Milita – uno dei magistrati di punta della Dda partenopea che da anni indaga sul coacervo affaristico e mafioso che ha caratterizzato le vicende relative al funzionamento del consirzio di bacino per la gestione dei  rifiuti Caserta 4 – ha chiesto l’acquisizione agli atti della sentenza di primo grado del procedimento ribattezzato Eco 4 (dal nome del braccio operativo del consorzio), pronunciata nel 2009 in sede di rito abbreviato dal Giudice per l’udienza preliminare, dottor Enrico Campoli.

Landolfi avrebbe corrotto un ex consigliere comunale per indurlo alle dimissioni al fine di scongiurare la fine dell’esperienza amministrativa dell’allora sindaco di Mondragone, Ugo Alfredo Conte. Il deputato, infatti, avrebbe aiutato l’ex primo cittadino a mantenere la maggioranza, facendo dimettere uno dei consiglieri. In cambio questi avrebbe ottenuto la promessa di entrare a far parte della Giunta comunale per sè e un contratto di lavoro per la moglie proprio nel consorzio. Secondo l’accusa, in questo modo, Landolfi avrebbe favorito il clan La Torre e la società Eco 4 ritenuta dai giudici “pura espressione della criminalità organizzata”. La permanenza alla guida del Comune di Mondragone da parte di Conte, avrebbe garantito il mantenimento dell’allora maggioranza nel consorzio, la stessa che aveva intessuto rapporti con il clan dei “casalesi” tramite l’imprenditore (oggi pentito) Gaetano Vassallo e i titolari de facto della Flora Ambiente, i fratelli Orsi.

Commenta con Facebook