Prodotti biologici trentini: un trionfo di benessere e sapere familiare

Prodotti biologici trentini: un trionfo di benessere e sapere familiare

Il Trentino Alto Adige è una terra meravigliosa, dove la bellezza della natura si fonde con la dedizione e il rispetto per la terra e i suoi ritmi.

Questa zona, caratterizzata da un clima fresco ma non rigido è, non a caso, il luogo di riferimento per la coltivazione di diversi prodotti alimentari biologici che, almeno una volta, hanno fatto la loro bella mostra sulle tavole di tutti.

Non è un caso il successo che, in questi anni, ha investito e-commerce come Alpenpur, portali letteralmente presi d’assalto da chi non vuole fare a meno di migliorare la salubrità della propria dieta e di ridurre l’impronta ambientale delle proprie scelte alimentari (parliamo di prodotti a km 0).

Molti di essi sono conosciuti, altri meno. Non sempre, nella maggior parte dei casi, si è consapevoli di quelli che sono i dettagli della loro filiera. Nessun problema! In questa guida, ci addentreremo alla scoperta di questo affascinante argomento.

Crauti

I crauti sono tra i contorni più amati della cucina trentina. Ottenuti, cosa che non tutti sanno, dalla fermentazione del cavolo cappuccio, coltivato in Europa fin dai remoti tempi degli antichi Romani, sono apprezzati anche perché versatili. Si possono consumare, infatti, sia crudi, sia cotti.

Mela

La mela è indubbiamente il prodotto alimentare simbolo della filiera biologica del Trentino. La storia della filiera è molto antica (per lungo tempo, gli alberi si trovavano solo nei cosiddetti broili, ossia i giardini delle antiche case delle famiglie ricche).

La svolta, però, è arrivata tra gli anni ‘50 e ‘70 quando, soprattutto in Val di Non, la produzione di mele è cresciuta notevolmente, arrivando a essere paragonabile a quella di un altro frutto famosissimo in Trentino, ossia la pera.

Oggi come oggi, le varietà di mele trentine sono numerose e la produzione è concentrata, con una prevalenza in Val di Non, in tutto il territorio regionale.

Speck, una delizia bio radicata nella tradizione regionale

Parlare di prodotti biologici trentini vuol dire, per forza di cose, chiamare in causa lo speck, apprezzatissimo sia quando si mangia in loco sia quando, invece, si decide di fare un regalo speciale o di portarsi a casa un regalo speciale.

Lo speck biologico, prodotto che, al giorno d’oggi, è tra i più richiesti da parte dei turisti che visitano il Trentino, ha alle spalle una storia molto lunga.

Per rendersene conto basta rammentare che le prime citazioni dello speck in documenti ufficiali risalgono al XVIII secolo. Per dovere storico, è bene sottolineare che, con denominazioni leggermente diverse, si potevano trovare riferimenti nei regolamenti professionali dei macellai già nel XIII secolo.

Prodotto nato in contesto contadino con l’iniziale necessità di conservare la carne per lo stoccaggio e il successivo sostegno alimentare familiare, lo speck è legato a una ricetta ancora oggi tramandata di generazione in generazione e non completamente nota a chi non ha a che fare direttamente con la base della filiera.

Insignito del marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta), lo speck è parte della tradizione culinaria del Trentino Alto Adige anche grazie alla sua presenza in numerose ricette tipiche, tra cui i canederli.

Succo di mela

Gustato caldo d’inverno dopo le ore sugli sci e fresco in estate alla fine delle passeggiate, il succo di mela è un altro prodotto tipico biologico del Trentino Alto Adige.

Nel corso degli anni, la filiera produttiva è stata interessata da numerose innovazioni tecniche. Tra le più importanti rientra, per esempio, il passaggio dall’utilizzo del tritamele all’impiego del torchio.

Dal momento che si parla di un prodotto biologico, alla base della produzione c’è l’utilizzo di mele che vengono coltivate senza pesticidi e senza alcun fertilizzante sintetico. Viene spesso combinato con il succo di altri frutti tipici della zona, tra cui le pere.

Comunicato Stampa

Commenta con Facebook