PASTORANO – Carte non protocollate, progetti approssimativi e criticità urbanistiche. Se ci trovassimo in un Paese normale, l’unica speranza che potrebbe avere Francesco Sacco – amministratore unico della società “Sacco Antonio E Figli Snc” – di ampliare la sua attività di trattamento dei rifiuti sarebbe quella di delocalizzare nel Terzo Mondo. Ma in Italia anche tutto quello che non sarebbe lecito diventa legale e allora, nonostante le storture presenti – a detta di alcuni consiglieri comunali – nella richiesta inoltrata alla Regione Campania di avvio ad assoggettabilità a VIA per il progetto di messa in riserva e recupero rifiuti non pericolosi nell’opificio dei Sacco, anche questa nuova sortita nel business dei rifiuti sul territorio di Pastorano – così come è stato per l’Esogest e la Dhi – sta diventando una minaccia reale.
Nella seduta del Consiglio comunale di ieri pomeriggio (28 agosto), questi dati inquietanti sono emersi un po’ tutti. Una disamina impietosa di tutta la vicenda ha fatto venire alla luce aspetti controversi. In primis il consigliere di minoranza, Arcangelo Cuccaro, ha lamentato la mancanza dei numeri di protocollo su gran parte della documentazione presentata. Ogni incartamento dovrebbe essere protocollato e ogni suo foglio allegato dovrebbe essere numerato, ma questa sacrosanta pratica, secondo l’opposizione, non sarebbe stata adottata nel caso specifico. Di un intero faldone sarebbe stato protocollato soltanto un foglio, mentre la gran parte delle richieste e delle attestazioni mancano perfino dell’intestazione e del nome degli Enti destinatari. La circostanza non è scappata nemmeno ad alcuni tecnici presenti tra il pubblico, con il quale il segretario comunale ha avuto un lungo battibecco. L’ingegnere Nicola Taddeo, consigliere comunale di maggioranza, inoltre, ha segnalato che il tecnico della ditta che ha elaborato il progetto di ampliamento, avrebbe perfino erroneamente individuato l’opificio nella planimetria presentata al Comune. Circostanza che ha spinto alcuni cittadini a chiedere a gran voce anche una denuncia alla competente autorità giudiziaria.
Non bastasse tutto questo, vi sono tutta una serie di criticità nel progetto che sono state rilevate nel corso di una conferenza dei capigruppo di qualche giorno fa ed elencate in un documento politico presentato dalla maggioranza e votato da tutta l’assise. L’incartamento è stato allegato alla delibera e rappresenterà il frutto del parere contrario del Comune, acquisito come osservazione dell’ente alla richiesta in fase di screening (fase che scade il prossimo 3 settembre). Lo stesso ex sindaco Cuccaro ha votato il documento della maggioranza condizionando il suo assenso ad una mobilitazione seria dell’Amministrazione comunale contro il piano della ditta di Boscoreale. Inoltre, ha preteso l’organizzazione di una manifestazione pubblica nella quale esponenti politici e delle istituzioni provinciali, regionali e nazionali, dovranno intervenire fattivamente per scongiurare non solo questa ultima minaccia, ma anche quelle portate dai Sorbo e da Di Nardi.
da.des.