PIGNATARO M. – Erano state preannunciate “bombe atomiche” per la seconda riunione dedicata al Puc (Piano urbanistico comunale) convocata dal sindaco Raimondo Cuccaro in data 28 settembre 2015 nell’aula consiliare del Comune di Pignataro Maggiore (locali del Polo civico “Franco Imposimato”, bene confiscato alla camorra, ex proprietà dell’ergastolano Raffaele Ligato, tra l’altro cognato del defunto capomafia “don” Vincenzo Lubrano). E “bombe atomiche” sono state, ma non quelle che ci si aspettava, cioè le critiche dell’opposizione.
L’incontro, infatti, si è svolto sotto una cappa di pesantissima pressione mafiosa per la presenza dei fratelli Giuseppe e Gaetano Lubrano, esponenti di vertice della potente e sanguinaria consorteria criminale che tiene in pugno Pignataro Maggiore, famigerata città conosciuta quale “Svizzera dei clan”. Nei due scatti che pubblichiamo a corredo di questo nostro articolo, si vedono appunto Gaetano e Giuseppe Lubrano, a sinistra nella foto, seduti nell’angolo vicino alla porta, e poi il solo Giuseppe Lubrano (attuale capomafia), in piedi appoggiato alla porta, che a differenza del fratello è rimasto fino alla conclusione dell’incontro.
Non bisogna aggiungere altro, per ora, al fine di descrivere il clima il cui si sta portando avanti il nuovo Puc, sotto l’occhio vigile della cosca Lubrano. Bisogna però sottolineare che davvero solo a Pignataro Maggiore (tra collusioni, paura e omertà) si può consentire qualcosa del genere, in locali intitolati a Franco Imposimato, vittima di un assassinio per il quale è stato condannato all’ergastolo (con il cassiere della mafia a Roma, Pippo Calò) proprio Vincenzo Lubrano, padre dei suddetti Giuseppe e Gaetano Lubrano.
Rassegna Stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it