PIGNATARO M. – Fissata per il 27 novembre 2015 dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dottor Giovanni Caparco, la camera di consiglio dopo che la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (pubblico ministero dottoressa Marta Correggia) aveva chiesto l’archiviazione della querela per diffamazione a mezzo stampa presentata dall’ex sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca (ex An, ex Pdl, ex “Fratelli d’Italia”), contro i giornalisti Enzo Palmesano e Davide De Stavola, quest’ultimo curatore del blog di giornalismo investigativo “Pignataro Maggiore News” e direttore del sito di informazione www.caleno24ore.it. Secondo il pubblico ministero, “non vi sono elementi idonei per sostenere l’accusa in giudizio nei confronti degli indagati. L’articolo oggetto di querela costituisce legittimo esercizio del diritto di critica politica in merito a vicende politico-giudiziarie che hanno coinvolto il querelante”. Giorgio Magliocca, assistito dall’avvocato Mauro Iodice, si era comunque opposto alla richiesta di archiviazione e il giudice delle indagini preliminari, dottor Giovanni Caparco, ha fissato la camera di consiglio per decidere in merito all’istanza del denunciante .
Giorgio Magliocca nel 2013 presentò querela per un articolo (poi ripreso da www.caleno24ore.it) pubblicato da “Pignataro Maggiore News”, con il titolo: ““IMPRESENTABILE”: CON QUESTA MOTIVAZIONE GIORGIO MAGLIOCCA È STATO ESCLUSO DALLA LISTA DEL PDL PER LA CAMERA DEI DEPUTATI – ARRIVATO SUI TAVOLI ROMANI UN DOSSIER SUI SUOI INCONTRI CON IL BOSS MAFIOSO LELLO LUBRANO”.
“Impresentabile – si leggeva, tra l’altro, nell’articolo – come i deputati uscenti Nicola Cosentino e Mario Landolfi, non a caso i capi di Giorgio Magliocca nella cordata che faceva il bello e cattivo tempo nel famigerato carrozzone per la raccolta dei rifiuti CE4-Ecoquattro, dove soggetti indicati dall’allora sindaco di Pignataro Maggiore occupavano posti di potere e ben retribuite poltrone. Magliocca ha fatto fuoco e fiamme pur di farsi inserire in un posto qualsiasi della lista, ben consapevole di essere politicamente finito (…). Ma di fronte al curriculum di Giorgio Magliocca – che pare essere stato illustrato in un succoso dossier tempestivamente arrivato sui tavoli romani -, i vertici del Pdl hanno dovuto prendere atto che non si poteva inserire in lista un personaggio che da consigliere provinciale di An in carica, alla vigilia delle elezioni comunali di Pignataro Maggiore del 2002 (dove sarebbe stato eletto sindaco per la prima volta), si incontrò almeno tre volte con il boss mafioso Raffaele Lubrano detto “Lello”, quest’ultimo espressione di quella potente e sanguinaria cosca Lubrano-Nuvoletta che è il punto di riferimento dei “corleonesi” di Totò Riina in Campania”.
Rassegna Stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it