PIGNATARO M. – “Rapinatori gentiluomini”, “rapinatori eleganti”, ma pur sempre rapinatori. Tanti gli aggettivi riferiti ai malviventi che oggi pomeriggio (6 marzo 2014) sono entrati in azione presso il Banco di Napoli di piazza Umberto I, portando via un bottino di migliaia di euro. Ma perché definire “eleganti” dei rapinatori? Perché offrivano dell’acqua alle signore spaventate, perché hanno fatto accomodare tutti, li hanno tranquillizzati e hanno raccontato la loro storia. Erano forse in tre, due all’interno comunicavano, attraverso auricolari, con qualcun altro all’esterno dell’edificio. Uno dei malviventi, con un cappellino e uno scalda collo che, “educatamente”, abbassava ogni volta che parlava con i clienti, ha raccontato di essere un imprenditore al quale “la camorra ha tolto tutto”. A spiegare com’è andata, è stato uno dei clienti presenti durante la rapina. “Mi ha chiesto se ero un carabiniere o un poliziotto. Poi mi ha tolto il cellulare, mi ha puntato la pistola al petto e mi ha detto che era in atto una rapina”, ha riferito il cliente della banca. E ha continuato: “Non ce l’ho con voi, a voi non ruberemo nulla. Ce l’ho con lo Stato. Se mi arrestano mi fanno un piacere, almeno mi danno da mangiare”. Parole che mettono i brividi, in questo gelido clima di crisi.
Con il suo accento spiccatamente napoletano, colui che si è dichiarato un ex imprenditore ha dichiarato di aver provato a rapinare un’altra banca, ma che non era andata a buon fine per un solo motivo: “C’era una donna incinta e non volevamo spaventarla”.
Dopo aver messo a segno la rapina, i malviventi sono scappati via indisturbati, dato che nessuno in piazza si è accorto di quanto stava accadendo. I discretissimi malviventi hanno fatto entrare in una stanza i clienti e gli hanno detto di aprire la porta solo dopo dieci minuti, facendogli credere che era stato posto un ordigno esplosivo a tempo.
I primi ad arrivare sul posto sono stati gli agenti della Polizia locale, poi sono giunti anche i carabinieri della locale stazione. Adesso sono in corso gli accertamenti e, probabilmente, saranno controllate anche le telecamere. Intanto ci si chiede come abbiano fatto ad entrare, forse dal vicoletto alle spalle del palazzo, ma tutte le ipotesi saranno valutate dagli inquirenti.
Una rapina “originale” quella di oggi, che fa riflettere sugli aspetti più duri e bui dei nostri giorni. La disperazione ha portato a compiere uno dei gesti più ignobili, ma c’è da meditare sulle parole del presunto ex imprenditore.
Red. cro.