CALVI R./SPARANISE – La storia nefasta dell’area ex Pozzi potrebbe essere arrivata ad una interessante svolta. La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere avrebbe disposto i controlli nell’area per individuare scorie e rifiuti che da circa quarant’anni vengono abbandonati nella zona che abbraccia Calvi Risorta e Sparanise. Questa mattina (3 ottobre) gli uomini dei Vigili del Fuoco e della Guardia Forestale hanno effettuato i primi rilievi. Pare ormai scontato l’inserimento della zona tra i siti da bonificare, nell’ambito dell’opera di “pulizia” della Terra dei Fuochi. Buona parte del merito di questi primi importanti risultati vanno alle popolazioni che hanno manifestato in questi mesi e a operatori dell’informazione che hanno attirato l’attenzione dell’opinione pubblica sullo sconcertante stato in cui si trova l’area industriale calena. Reportage come quello realizzato dal giornalista Salvatore Minieri e le rimostranze dei comitati ambientalisti hanno – fortunatamente – catturato l’attenzione delle istituzioni.
Red.
Riceviamo e pubblichiamo:
A seguito del videoreportage di aprile scorso, firmato da Salvatore Minieri e Tony De Angelis, la procura di Santa Maria Capua Vetere ha delegato per indagini per verificare il potenziale inquinamento ambientale nella zona Pozzi/Iplave di Sparanise e Calvi, il Corpo Forestale e i Vigili del Fuoco che, da questa mattina, hanno iniziato un minuzioso screening sui circa 20 ettari di area segnalata dai giornalisti nel loro documento video.
Poco dopo le otto, un mezzo speciale dei Vigili del Fuoco e le auto della Forestale sono entrati nell’area limitrofa alla ex Pozzi/Iplave (oggi nella piena proprietà della Iavazzi Ambiente Scarl che sta per realizzare in situ un biodigestore anaerobico) per avviare la mappatura dei quadranti da analizzare.
Gli uomini della Forestale- Comando di Calvi Risorta, coordinati dal Comandante Vincenzo Gatta, hanno suddiviso la zona in vari settori. Tutti i punti saranno al centro di una precisa analisi che, questa mattina, è iniziata con il controllo NBCR sulla radioattività dei suoli.
Nei prossimi giorni inizieranno anche i riscontri con geomagnetometri e strutture per sondare il terreno con la tecnica del Top Soil, una specifica attività che riguarderà proprio le aree prese in analisi nel reportage di Salvatore Minieri e Tony De Angelis.
Agli inizi di aprile scorso i due cronisti avevano dimostrato, con immagini in presa diretta, quanto fosse contaminato il primo strato di terreno nei pressi della ex Pozzi.
Il terriccio che si rinveniva, ad appena 30 centimetri di profondità, era interamente ricoperto da polveri, residui di solventi e altro materiale di difficile tracciabilità.
Nella zona esiste anche un’area inibita all’uso umano: è il Rio dei Lanzi, fiume che risulta essere tra i più pericolosi dell’alta Campania per la presenza di sostante tossiche e nocive.
La terza fase dei controlli disposti dalla procura vedrà impegnate le forze dell’Asl per l’analisi dei frutteti e delle food zone.
Da ieri mattina, l’area è stata posta sotto Protocollo Terra dei Fuochi.
Una scoperta sconcertante in una zona dove si vorrebbe addirittura costruire un combustore per rifiuti.
C.S.