CALVI R. – Domenica 14 ottobre 2012 i partecipanti al progetto “Caccia ai tesori in terra di lavoro” hanno riscoperto gli antichi tesori di Cales. L’antica Cales sorgeva su un pianoro attraversato da importanti vie di comunicazione tra il Lazio e la Campania. Oggi si trova nella località che conserva il toponimo di Calvi Vecchia presso l’attuale comune di Calvi Risorta. Strabone la definì “città splendida” e in età preromana fu il centro più importante della popolazione degli Ausoni-Aurunci. La comitiva, guidata dai responsabili della Camera di Commercio di Caserta e dell’Azienda Speciale Sintesi,rappresentati dalla dott.ssa Maria Russo e dal dott. Carlo Scatozza, detentrice del progetto,è giunta in pullman, da Napoli e Caserta, a Calvi Vecchia, dove è stata accolta dai Presidenti delle Associazioni Demetra, ArcheoCales e Proloco Cales Novi e dal Soprindendente ai beni culturali, Dott. Antonio Salerno. La prima tappa storica è stata la visita alla Cattedrale Romanica di San Casto, che sorge sui resti di un tempio, da alcuni identificato con quello di Giano. Ad accoglierli c’era il Parroco Don Antonio Santillo che si è reso disponibile a divulgare alcune delle più importanti notizie storiche del luogo. Successivamente i partecipanti, divisi in tre gruppi, sono stati accompagnati, nel fatidico viaggio a ritroso nel tempo, da esperti professionisti del settore: la dott.ssa Antonella Tomeo e gli architetti Pietro Cifone e Alfredo Maciariello. Le guide, lungo il percorso che collega la Cattedrale al Teatro Romano, hanno sapientemente allietato gli ospiti con notizie storiche riguardanti: l’Anfiteatro, caratterizzato da una vasta e profonda depressione ellittica sul terreno con sporadiche murature risalente al I sec. a.C.; le cosiddette Terme settentrionali, risalenti al II secolo d.C.; i resti di un arco che in origine costituiva l’accesso al Decumano Massimo alle cui spalle sono visibili i resti di una cisterna di età imperiale; le cosiddette Terme centrali, risalenti all’inizio del I sec. a.C e il grandioso Teatro di età repubblicana, la cui particolarità consiste nella disposizione delle volte di sostegno della cavea che si sdoppiano in due ulteriori volte di luce minore andando verso l’esterno, unico esempio del genere finora rinvenuto. Il maestoso Teatro è stato ripristinato e riportato al suo antico splendore grazie alla determinazione dei soci delle Associazioni Demetra, ArcheoCales e Proloco Cales Novi e alla fattiva collaborazione del Dott.Antonio Salerno, che con la sue doti umane e innovative, ha saputo coinvolgere in modo sostanziale tutta la cominità calena, risvegliando quel senso di appartenenza al territorio che da tempo era sopito. Durante la visita al Teatro, tra presente e passato, i turisti hanno assistito all’animazione di alcuni versi dell’Iliade, dell’Odissea e della Divina Commedia, drammatizzati dai bravissimi attori: Giuseppe Barigazzi e Pietro Terrazzano dell’Associazione “Nuovo Palcoscenico” di Sparanise. A conclusione del tour, gli ospiti hanno degustato prodotti tipici locali: il guanto caleno, la pizzonta, preparata direttamente sul posto, e del buon vino caleno di cui Orazio tanto decantava:Caecubum et praelo domitam Caleno tu bibes uvam… (Ode XX lib.I). E’ grazie alla sinergia nell’organizzazione del lavoro, alla collaborazione ed alla disponibilità di tutti, soci e non soci, che simili iniziative possono prendere vita, e contribuire a riportare, dignitosamente, “Cales sulle Carte Geografiche”, dalle parole dell’Arch. Maciariello.
Luciana Antinolfi