BELLONA – Le cronache raccontano che l’altra notte, in località Ferranzano, presso il sito di stoccaggio ilside, è divampato un incendio tra rifiuti ed ecoballe composte di rifiuti secchi e plastica di origine urbana. Una nube di fumo nero, intorno alle ore 3:30 di martedì 17 aprile, si è immediatamente levata nel cielo fino ad un’altezza di oltre trenta metri e sul posto sono immediatamente accorsi i vigili del fuoco del comando provinciale di Caserta. “Abito a 300 metri dal sito di stoccaggio, sono passate più di 48 ore dalle prime fiamme e ancora non sono stata avvisata del pericolo da parte degli organi competenti. Ho sigillato, alla meno peggio, porte e finestre, e con i bambini mi sono trasferita da parenti a chilometri da qui”. E’ stato l’amaro sfogo di una giovane mamma, molte ore dopo il rogo, e che Ilside ce l’ha quasi di fronte casa. Sebbene in un primo momento, i residenti della zona erano stati sommariamente rassicurati del fatto che non sussistevano pericoli per l’incolumità della persona, nelle ore successive il primo cittadino Giancarlo Della Cioppa ha dovuto emanare un’ordinanza urgente a tutela della pubblica incolumità nella quale, in base alle indicazioni fornite dall’ARPAC, dall’ASL di Capua e dai Vigili del Fuoco, ha ordinato a tutti i residenti e agli addetti alle attività lavorative presenti nel raggio di settecento metri dall’incendio, di lavare accuratamente frutta e verdura raccolte in prossimità del disastro, di spendere tutte le attività di lavorazione meccanica dei terreni e di evitare il pascolo degli animali nelle zone interessate. L’allarme diossina è scattato in ogni dove e non sono poche le persone che autonomamente in queste ore indossando le mascherine e c’è di contro chi polemizza e afferma che andare in giro con la mascherina non serve a niente se quest’ultima non è munita di filtro per i solventi organici perché si tratta di particelle talmente piccole che una semplice mascherina non è in grado di filtrare. Intanto, anche altri comuni dell’agro caleno hanno adottato una serie di precauzioni. Il sindaco di Pignataro Maggiore, Raimondo Cuccaro, ha disposto alcune misure con un’apposita ordinanza, il cui contenuto, prodotto dall’Asl e dall’Arpac, è stato distribuito in tutte le abitazioni dai volontari della protezione civile. Sulla vicenda è intervenuto anche l’avvocato penalista Pietro Romano, in qualità di presidente del comitato civico locale, che ha denunciato con un documento ufficiale le inadempienze degli addetti ai lavori. Al sindaco Della Cioppa, e per conoscenza al Ministero dell’ambiente, al signor Prefetto di Caserta, ai dirigenti dell’Asl e dell’ARPAC ed anche agli organi d’informazione, ha inviato una lapidaria nota il cui contenuto reclamava, tra le altre cose, l’urgenza d’interventi immediati attraverso “un sevizio sanitario locale d’emergenza anche con attivazione oltre il normale orario di visita dei locali studi medici ambulatoriali al fine di fronteggiare per alcuni giorni l’attuale emergenza sanitaria della popolazione locale”. Romano ha bacchettato anche “ l’ inadeguatezza degli interventi con i quali stanno solo controllando l’incendio con l’irrorazione d’acqua…” e non ha usato mezzi termini riguardo al “mancato uso o la mancata richiesta di mezzi adatti allo spegnimento… una negligenza anche delle autorità addette all’intervento dello spegnimento dell’incendio”. Anche l’avvocato Michele Altieri, l’altra sera in Piazza Umberto I ha presieduto un’assemblea spontanea di alcune decine di cittadini allarmati per il da farsi. Intanto nella mattinata di giovcedì i tecnici dell’ARPAC hanno verificare il grado d’inquinamento negli ambienti dei tre plessi scolastici. Da prime indiscrezioni sembrerebbe che un lieve grado di tossicità sarebbe presente solo nei pressi delle abitazioni a ridosso del sito di trasferenza, completamente sicuri i tre plessi della scuola cittadina.
Ma l’allarme diossina si è immediatamente diramato. E c’è malumore tra i cittadini preoccupati sia per le conseguenze che un simile evento può causare alla salute sia per i diversi episodi, che si sono manifestati in questi ultimi giorni nella provincia come per esempio anche quello avvenuto a Santa Maria Capua Vetere in località Grattapulci. C’è chi non crede alle semplici coincidenze e chi vorrebbe un intervento immediato della magistratura per accertare con chiarezza l’origine del disastro ambientale.